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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 08:39.

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Le stime
Confindustria ribadisce l'appello al Governo affinchè l'Italia partecipi alla "cooperazione rafforzata" e accende i riflettori sui vantaggi per le aziende e lo Stato. L'adesione al nuovo sistema – si legge nell'analisi di impatto pubblicata da Viale dell'Astronomia – consentirebbe alle imprese di risparmiare a regime circa 14 milioni di euro all'anno: oltre 9 milioni derivanti dalla necessità di non ricorrere a due protezioni separate (in Italia e in Europa) e dall'assenza di cause brevettuali parallele nel nostro Paese e nel resto della Ue, quantificatibile in quasi 5 milioni all'anno. Per lo Stato il vantaggio sarebbe di circa 23 milioni annui: la partecipazione alla divisione delle tasse sui brevetti unitari (circa 42 milioni all'anno) compenserebbe infatti la diminuzione degli introiti delle validazioni in Italia dei brevetti tradizionali (stimata in quasi 19 milioni annui). Senza contare altri possibili risvolti positivi per il sistema Paese. Tra questi il documento cita i previsti rimborsi dei costi di traduzione per le Pmi che dovrebbero incentivare le "piccole" a fare ricerca. Ma anche una semplificazione delle attività brevettuali, un contenzioso rapido ed equo (circa cinque volte minore rispetto a quello presso una corte nazionale in Italia) e uno stimolo a brevettare di più. «Non aderire – conclude Paolo Markovina, patent manager di Electrolux e presidente dell'Aicipi (Associazione italiana dei consulenti ed esperti in proprietà industriale) – rischierebbe di scoraggiare non solo le imprese innovative italiane, ma anche le multinazionali che investono in Italia».
In attesa del nuovo strumento, nel 2013 l'Epo ha ricevuto 265mila domande di brevetto europeo (non unitario), il 2,8% in più rispetto al 2012. Di queste 66mila sono state accolte. A guidare la classifica è la Germania, mentre dalle imprese italiane ne sono arrivate circa 4.700.

CHE COS'È
Consente la protezione e la tutela delle invenzioni con le stesse regole in 25 Paesi Ue (Italia e Spagna sono escluse) senza dover ottenere il riconoscimento a livello nazionale. Previsto un periodo transitorio di sette anni. Viene creato un tribunale unico con sede a Parigi e sezioni distaccate a Monaco e Londra

COME FUNZIONA
Il deposito del brevetto potrà avvenire nella lingua madre dell'impresa, alla quale bisognerà far seguire, a scelta, entro un mese una traduzione in inglese, francese o tedesco.
Sono previsti rimborsi delle spese di traduzione per piccole e medie imprese ed enti di ricerca

LE PROSSIME TAPPE
Il brevetto diventerà operativo solo dopo la ratifica dell'accordo intergovernativo per la creazione del Tribunale unico dei brevetti da parte di almeno 13 Paesi, tra i quali Francia, Germania e Gran Bretagna. A oggi solo l'Austria ha ratificato, mentre Francia e Belgio si sono dette pronte a farlo

LA POSIZIONE ITALIANA
L'Italia (insieme alla Spagna) non ha aderito alla "cooperazione rafforzata" sul brevetto unico, ma ha detto sì al Tribunale unico dei brevetti. Un ricorso presentato dai due Paesi sul regime linguistico è stato respinto dalla Corte di Giustizia Ue lo scorso aprile. Il Senato si è espresso a favore, mentre la Camera si pronuncerà entro giugno

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