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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 11:32.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2014 alle ore 11:37.

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Luigi Galdabini (foto Imagoeconomica)Luigi Galdabini (foto Imagoeconomica)

«Datevi una mossa». Luigi Galdabini, presidente di Ucimu, è in realtà più diplomatico, ma il senso della richiesta che arriva dai produttori di macchine utensili è esattamente questo: perché a sette mesi di distanza dal Decreto del Fare, la Sabatini-bis per incentivare l'acquisto di beni strumentali ancora non è operativa.

«Lo strumento che permette finanziamenti a tassi agevolati per gli investimenti in macchinari - chiarisce Galdabini - dopo l'approvazione della Corte dei Conti di un paio di settimane fa, è fermo in attesa della stipula della convenzione tra ministero dello Sviluppo economico, Cassa depositi e prestiti e Abi. Auspichiamo che l'ultimo passaggio con la Cdp sia smarcato al più presto, in modo che il provvedimento possa essere finalmente a disposizione di quanti da ormai più di sette mesi stanno attendendo e posticipando le proprie decisioni di acquisto».

Mancanza di liquidità e attesa per questa legge sono secondo Ucimu le determinanti principali della stasi del mercato interno, che nel quarto trimestre vede un aumento degli ordini da prefisso telefonico, appena +0,2 per cento.

Meglio, ancora una volta, le commesse legate all'export, una crescita del 6% che porta l'indice globale delle commesse del settore della macchine utensili a realizzare tra ottobre e dicembre del 2013 un incremento del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Sul fronte interno, l'indice è - come detto - in sostanziale stabilità (+0,2%), per un valore assoluto di 86,1 ancora basso rispetto all'anno base, a conferma della persistente debolezza del mercato domestico.

Nonostante un buon finale d'anno nel 2013 l'indice globale degli ordini delle macchine utensili segna un arretramento del 3,2% rispetto alla media del 2012.
Sul dato pesa principalmente il negativo riscontro della domanda interna, scesa del 15,8% mentre i mercati esteri hanno offerto un supporto limitato, chiudendo l'anno in calo dello 0,7 per cento.

L'associazione di categoria chiede dunque con forza che la nuova normativa di incentivazione diventi subito operativa, così come auspica interventi per agevolare l'accesso al credito, leva fondamentale per aumentare il numero delle imprese in grado di investire in beni strumentali.

«I dati Crif, Centrale Rischi Finanziari, presentati la scorsa settimana - conclude Galdabini - fotografano una situazione che ha del paradossale: nel secondo semestre del 2013, il numero di richieste di finanziamento presentate alle banche è stato il più elevato dal 2009, anno nero della crisi; di contro i finanziamenti erogati secondo l'ultima rilevazione (riferita a novembre) sono crollati del 6% rispetto all'anno precedente».

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