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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 17:29.

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Declassato da "strategico" ad "aeroporto di interesse nazionale", lo scalo di Torino Caselle respinge la bocciatura (che lo equipara a Cuneo Levaldigi) e riunisce rappresentanti di categorie, di aziende ed associazioni per presentare ad una dozzina di compagnie aeree ed ai tour operator i vantaggi di volare da e su Torino. Anche se lo stesso Roberto Barbieri, amministratore delegato della Sagat (la società che fa capo al fondo F2i e che gestisce l'aeroporto torinese) ammette che ci sono stati errori nella gestione aziendale.

D'altronde lo scalo subalpino è al 14° posto in Italia tra gli aeroporti, benché «il Piemonte – spiega Barbieri – sia la quinta regione come Pil e Torino la terza o quarta città». Una regione che - prosegue l'amministratore delegato - è al primo posto per i livelli di internazionalizzazione ed al settimo come presenze turistiche».

Eppure, a fronte di una capacità di transito annuale intorno ai 7 milioni di passeggeri, Caselle ha chiuso il 2013 con un traffico che non arriva neppure al 50%, meno di 3,2milioni di passeggeri e con l'obiettivo di arrivare a 3,6 milioni alla fine del 2014. Un primo segnale positivo è arrivato da Klm che ha ripristinato un doppio collegamento con Amsterdam. Ma non possono bastare, per un rilancio effettivo, i quasi 400 voli in partenza ogni settimana, le neppure 20 compagnie aeree che utilizzano lo scalo, le 30 destinazioni raggiunte con voli di linea (poco più di metà quelle internazionali). Come non bastano i voli charter che portano sciatori dalla Russia, dall'Europa del Nord, dalla Scandinavia.

Barbieri vuole che si faccia di più, approfittando dei collegamenti con gli hub, da Bruxelles a Madrid, da Mosca ad Istanbul, da Parigi a Monaco di Baviera. Ed approfittando anche delle potenzialità del "sistema Piemonte", purché abbia la voglia e la capacità di fare sistema («Non sono stata invitata ad intervenire», assicura Barbara Bonino, assessore regionale ai Trasporti). Alle compagnie aeree ed ai tour operatori sono così state illustrate le iniziative delle Fondazioni bancarie come Crt, i successi in campo enogastronomico sotto la spinta di Slow Food, le opportunità offerte in campo industriale, turistico, commerciale.

Perché Caselle - ha ribadito l'amministratore delegato - deve essere fondamentale per attirare turisti ma anche investimenti, per favorire le start up e le esportazioni, gli incontri d'affari ed i rapporti internazionali. Per questo Barbieri è convinto che il ministro Maurizio Lupi possa ripensarci, restituendo allo scalo torinese una valenza strategica.

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