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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 13:16.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2014 alle ore 15:40.

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Piano piano la flessione sta diventando sempre meno vistosa. Ma il mercato degli investimenti pubblicitari segna profondo rosso anche per il mese di novembre 2013. Rispetto allo stesso mese del 2012 Nielsen mette agli atti un -7,2 per cento. Considerando tutto il periodo gennaio-novembre la flessione risulta essere del 13 per cento.

Insomma, in un anno sono andati in fumo poco meno di 871 milioni di euro. Una caduta fragorosa che va avanti da fin troppo tempo: escludendo il +0,5% di settembre 2011, si parla di 34 mesi consecutivi di flessione. Tuttavia l'osservazione dei trend inizia a fornire qualche messaggio che invita a guardare al futuro con minore pessimismo se possibile. Il -7,2% di novembre è infatti inferiore al -7,7% di ottobre e prosegue quell'allentamento della caduta che diventa evidente se si mettono a confronto le flessioni a due cifre della prima parte del 2013 (-15,3% a gennaio; febbraio a -17,7%; marzo a -22,7% e aprile a -18,2%) .

«Continua anche a novembre il trend di riduzione del decremento», spiega Alberto Dal Sasso, Advertising information services business director di Nielsen. E così, quella che si va delineando è «una chiusura dell'anno vicino a quel -12,5 per cento previsto da più parti nei mesi scorsi, migliorando il -14,3 per cento con cui si era chiuso il 2012». Insomma, per Dal Sasso «il dato generale tendenziale e i singoli settori in attivo a novembre sono piccoli segnali che ci fanno ipotizzare un 2014 meno negativo dell'anno appena trascorso». In questo quadro «i Mondiali di calcio e l'avvicinarsi di Expo potrebbero dare una spinta al mercato». In tutto questo «sarà importante vedere i risultati del primo trimestre 2014 prima di sbilanciarsi con una previsione più precisa».

Per quanto riguarda i mezzi, il -24,2% registrato nei primi undici mesi del 2013 per i periodici e il - 20% dei quotidiani testimoniano tutte le difficoltà dell'editoria tradizionale. Anche tutti gli altri mezzi continuano a registrare percentuali negative nel periodo cumulato: dalla Tv (-11%) che ha visto una flessione attorno ai 400 milioni di euro, ma che continua a essere la regina del mercato pubblicitario (55% del totale), alla radio (-9,5%) a internet (-2,3%). Riguardo al web va però fatta una precisazione: i dati non comprendono il search dei giganti del web, da Google a Facebook, che non dichiarano i loro risultati a Nielsen.

Per quanto riguarda invece i settori merceologici, nel periodo gennaio-novembre si registra complessivamente una situazione negativa, con i primi tre settori per ordine di incidenza sul totale rispettivamente a -15,4% (alimentari), -20,3% (automotive) e -7,6% (telecomunicazioni). I dati sul singolo mese di novembre evidenziano invece un incremento relativo ad alcune industries come farmaceutici (+19,5%) e abitazione (+4,4%). Sostanzialmente in parità l'automotive (-0,2%).

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