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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2014 alle ore 18:51.

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Nel 2013 in Italia hanno chiuso in media 54 imprese ogni giorno, due ogni ora. Lo scorso anno su tutto il territorio nazionale si sono registrati 14.269 fallimenti, in crescita del 14% rispetto al 2012 e del 54% rispetto al 2009. Di fatto in cinque anni sono sparite dalla mappa nazionale 59.570 imprese, in un trend di costante aumento dal'inizio della crisi a oggi, con il suo picco nell'ultimo trimestre 2013: un nuovo record di 4.257 fallimenti (+14% rispetto al quarto trimestre 2012, +39% rispetto allo stesso periodo del 2009), il dato più alto degli ultimi venti trimestri.

A scattare la drammatica fotografia è Cribis D&S, la società del gruppo bolognese Crif specializzata nella business information nella sua periodica «Analisi dei fallimenti in Italia». «Nonostante alcuni timidi segnali di miglioramento negli indicatori dell'economia italiana – commenta l'ad di Cribis D&B, Marco Preti, il conto dei fallimenti mostra una situazione ancora molto preoccupante e il picco del quarto trimestre 2013, dopo cinque anni caratterizzati da un trend in costante peggioramento, lancia un allarme sulla capacità di resistenza del nostro tessuto produttivo». Difficoltà confermate dall'andamento dei pagamenti commerciali, che lo scorso settembre mostrava come oltre il 15% delle aziende italiane paghi ormai con oltre 30 giorni di ritardo, un aumento del 150% rispetto al settembre 2012. «Quando un'azienda non riesce più a rispettare i propri impegni di pagamento si incammina inevitabilmente verso la chiusura volontaria o il fallimento», sottolinea Preti.

A livello territoriale la Lombardia è la regione d'Italia in cui si registra il maggior numero di fallimenti nel 2013: 3.228 casi, pari al 22,6% del totale nazionale per un totale di 13.199 aziende chiuse dal 2009 a oggi. La seconda regione più colpita è il Lazio, con 1.533 imprese chiuse nel 2013, terzo il Veneto con 1.269 fallimenti, seguito da Campania (1.134 casi), Emilia-Romagna (1.102), Toscana (1.031) e Piemonte (976). Tra i settori, invece, a portare i libri aziendali in tribunale sono stati innanzitutto edilizia e commercio. Sono 2.800 le imprese fallite nel 2013 nel settore costruzioni, pari a un quinto del totale attive, mentre sono 1.900 le aziende chiuse nei dodici mesi nelle vendite all'ingrosso e quasi altrettante in quelle al dettaglio. Nel manifatturiero l'analisi Cribis conferma come la crisi abbia falcidiato soprattutto la metallurgia (621 fallimenti), meccanica-elettronica (304), mobile (261), alimentare (234) e tessile-abbigliamento (230).

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