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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2014 alle ore 15:02.

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Ora Granarolo. Prima ancora Tnt e interporto di Bologna, poi Ikea a Piacenza e la centrale d'acquisto di Coop Italia ad Anzola, ancora una volta nel Bolognese. L'assedio prolungato da parte dei facchini alle dipendenze delle imprese che hanno in appalto le piattaforme logistiche dei big è il fil rouge che negli ultimi mesi ha legato proteste a catena spesso sfociate anche in problemi di ordine pubblico, con scontri dei manifestanti con carabinieri e polizia.

Una mobilitazione dura e serrata, firmata, sempre, dai Si Cobas e guardata con estrema diffidenza da Cgil, Cisl e Uil. Soprattutto capace di piegare le aziende che si ritrovano stritolate nella morsa delle rivendicazioni di operatori di imprese, spesso piccole cooperative, che operano in regime di subappalto. Per far tornare a regime il colosso svedese Ikea, nel polo logistico di Piacenza, è servito alla fine un summit alla Direzione provinciale del lavoro con le tre cooperative appaltatrici del facchinaggio. Summit che ha escluso la violazione dei diritti dei lavoratori coinvolti nella protesta e ha dato il via libera all'istituzione di una commissione paritetica per garantire parità di trattamenti. Anche in quel caso, come nella vicenda di cui sta facendo le spese Granarolo, Ikea si era trovata di fronte all'unica alternativa di ridurre i volumi, con la perdita – poi scongiurata grazie all'accordo - di oltre 100 posti di lavoro.

Alla Tnt del capoluogo emiliano sono stati una cinquantina di facchini, ancora una volta lavoratori in appalto, a bloccare una decina di camion ai cancelli della sede, appoggiati dal sindacato di base, dopo cinque mesi di lavoro senza stipendio. In quel caso la conseguenza di un appalto praticamente al buio. La protesta dei facchini è riuscita a paralizzare anche uno dei principali snodi logistici del Nord Italia, l'Interporto del capoluogo emiliano. Protesta massiccia, alle porte della città, organizzata da alcune centinaia di persone che sono riuscite a bloccare tutti i tir in entrata e in uscita mandando in tilt l'hub, con una manifestazione promossa ancora una volta dai Si Cobas per ottenere un posto al tavolo di trattativa sul rinnovo del contratto nazionale di categoria.

Per le imprese di Legacoop il caso Granarolo è il secondo dopo quello di Centrale Adriatica di Anzola, nel Bolognese, centrale di acquisto di Coop Italia. Anche allora a guidare la protesta, sfociata in tafferugli con la polizia, furono i sindacati di base.

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