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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 11:13.

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Tornano in libertà i due delegati sindacali dei Si Cobas che il 23 gennaio erano stati arrestati con l'accusa di violenza privata aggravata e resistenza aggravata davanti ai cancelli di Granarolo, il colosso cooperativo del latte di Cadriano, nel Bolognese, da dieci mesi bloccato dalla protesta di una ventina di facchini (ex dipendenti del consorzio della logistica Ctl) che chiedono di essere ricollocati.

Il giudice Alberto Ziroldi ha convalidato gli arresti ma ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per disporre la carcerazione come richiesto dalla Procura della Repubblica. Decisione alla quale Ziroldi ha accompagnato una relazione scritta nella quale solleva anche alcune criticità nell'impianto accusatorio messo a punto dalla Procura. Marina Prosperi, il legale dei due delegati sindacali, di nazionalità marocchina, aveva prodotto durante l'udienza di convalida quattro filmati che sembravano evidenziare incongruenze tra la relazione di servizio dei carabinieri e quanto accaduto davanti a Granarolo. Per questo, secondo il legale, il provvedimento accoglie almeno in parte le tesi della difesa. Resta aperto il fronte di una protesta, con il blocco del conferimento del latte da parte di un migliaio di allevatori e il boicottaggio della distribuzione, che sta procurando danni ingenti alla coop di Cadriano, intenzionata anche a intraprendere azioni legali per ottenere il risarcimento. I facchini che la tengono in scacco sono stati licenziati l'anno scorso dalla coop del consorzio che fino alla primavera scorsa gestiva, in appalto, la piattaforma logistica del colosso alimentare, oltre duemila dipendenti e un fatturato di circa un miliardo.

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