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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 09:12.

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A Sochi ultimi ritocchi agli impianti e ai campi di gara, in vista dell'inaugurazione del 7 febbraio. Ma l'Italia ha schierato una squadra di una cinquantina di "atleti" che ha già conquistato il podio. È la "Nazionale delle imprese" che negli ultimi anni ha lavorato nei cantieri olimpici fornendo consulenza, prodotti e materiali per le infrastrutture e le gare, arredi per hotel e centri commerciali realizzati in vista dei Giochi invernali più costosi di sempre: 50 miliardi di euro la stima del budget.

Sono infatti made in Italy i battipista e le attrezzature per la sicurezza sulle piste da sci, ma anche il know how che ha portato alla realizzazione di alcune infrastrutture chiave, come strade, gallerie, snodi ferroviari. Una competizione in cui si sono cimentate diverse società italiane di progettazione e d'ingegneria a supporto delle imprese russe che hanno realizzato le opere. Non mancano molte Pmi, individuate per la consistenza e la qualità delle forniture e il cui giro d'affari stimato dal Sole 24 Ore supera i 120 milioni.
I campi di gara
Le piste dell'area di Rosa Kuthor, che ospiteranno le gare di sci alpino, saranno preparate dai 62 battipista della Prinoth (Gruppo Leitner): una commessa da 15 milioni di euro. «È una delle più importanti per noi: siamo riusciti a battere la concorrenza tedesca», racconta soddisfatto Michael Seeber, presidente del Gruppo. Gli affari non sono andati altrettanto bene per gli impianti a fune. Negli ultimi anni Leitner nell'area ha fornito 18 impianti, per un valore di 50 milioni, pari alla metà delle commesse vinte dai rivali dell'austriaca Doppelmayr. «Nelle trattative abbiamo dovuto muoverci senza appoggi, ci è mancato il supporto delle istituzioni pubbliche» aggiunge Seeber. Concetto ribadito da altri imprenditori che hanno tentato la via del business nell'area di Sochi.

Made in Bolzano, nati in seno al Business Location Südtirol (Bls) che negli anni ha creato un polo di Pmi specializzate nelle tecnologie per la montagna, anche i cannoni da neve della Technoalpin. Toccherà a loro produrre il manto bianco per le piste delle discipline nordiche. «Abbiamo fornito chiavi in mano quasi 250 sistemi - afferma l'area manager Alessandro Rachetti -, mentre un concorrente americano si è aggiudicato quelli per le discipline alpine».
Sulle piste della Ski Area le reti di protezione, le transenne e gli altri elementi di segnalazione arrivano invece da Bergamo. «Abbiamo fornito quasi 130 chilometri di materiali di sicurezza, oltre ai paletti da slalom e 2mila materassi per assorbire gli urti degli sciatori che finiscono fuori pista» spiega Diego Parigi, uno dei soci della Pmi che ha messo a segno una commessa da 5 milioni.

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