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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 09:10.

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POTENZA - «Il petrolio è una grande opportunità e non possiamo consentirci di perdere tempo», ha ribadito il presidente di Confindustria Basilicata Michele Somma. Perché, «allungare oltre il lecito l'iter autorizzativo, non determina maggiori ricadute ma solo una mancata occasione ».
E in questo senso il pozzo Alli 2 la dice lunga, perché non si può più esitare cedendo alle lusinghe del dubbio, mentre all'effetto nimby (not in my back yard, non nel mio giardino) subentra l'effetto nimto (not in my turn office, non nel mio mandato) che di fatto si traduce nel blocco di ogni attività sull'onda di proteste popolari e dei comitati del "no" cavalcate per diversi fini.

«Si dimentica – ricorda Somma – che c'è una premessa non negoziabile: la tutela della salute e dell'ambiente. Ma non ci può essere alcuna attività economica senza questa base. E lo sviluppo delle attività estrattive non contrasta con la tutela dell'ambiente, del lavoro e della salute. Il petrolio produce risorse importanti, capaci di supportare i processi di crescita e sviluppo del territorio, non solo quello attiguo ai pozzi di perforazione».
Confindustria Basilicata ribadisce, tra le priorità, la sua «forte contrarietà alla cosiddetta "moratoria" che la Regione Basilicata ha adottato con le norme di legge regionali pure colpite da giudizio di incostituzionalità», questione ancora attuale, in quanto «l'amministrazione regionale, in continuità con il contenuto sostanziale delle norme cassate, continua di volta in volta ed aprioristicamente a negare il proprio consenso a tutte le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi».
Di qui la necessità per gli imprenditori lucani «di accelerare, nei limiti consentiti dalle leggi, tutti i procedimenti amministrativi di competenza regionale e comunale, propedeutici al rilascio delle diverse autorizzazioni necessarie alla concreta attività estrattiva. Questo nella consapevolezza, tra l'altro, che in una situazione di crisi come quella che l'intera economia sta attraversando, è inaccettabile, prima ancora che illegittimo, rallentare senza motivo quelle attività industriali che, invece, si muovono in controtendenza».

Il presidente della Confindustria locale sottolinea anche che «il governo non deve essere strabico, non consentendo di utilizzare per via del patto di stabilità, le risorse che il petrolio genera». Temi aperti nel tavolo promosso al Mise con Confindustria Basilicata e le altre sigle datoriali e sindacali.
«Produrre bene e al giusto regime è anche importante per l'ambiente – ha sottolineato il Direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo economico, Franco Terlizzese – perché gli investimenti sul territorio sono anche commisurati ai proventi delle attività svolte, più si produce e più si investe in sicurezza e ambiente. Il mancato sviluppo o anche i ritardi possono portare a un declino nella produzione».
«Mantenere una quota di produzione nazionale di idrocarburi – ha ribadito Terlizzese – è in linea con gli indirizzi di politica comunitaria e con la recente strategia energetica nazionale. Entrambe sono volte alla decarbonizzazione dell'economia al 2050 ed entrambe prevedono l'uso di risorse interne energetiche per il periodo di transizione».

Ma per raggiungere questi obiettivi, ha aggiunto il direttore generale, «non basta continuare a produrre dai giacimenti in esercizio, in gran parte in declino. Occorre ottimizzarne il rendimento, attraverso idonei continui interventi volti anche a migliorarne progressivamente la sicurezza e la compatibilità ambientale e sviluppare le nuove risorse di cui il Paese dispone. In questo modo si ottengono importanti risultati anche in termini economici ed occupazionali, questi ultimi in particolare incrementati soprattutto nelle fasi di ricerca e di sviluppo, che negli ultimi anni sono risultate fortemente rallentate o bloccate».
A questo scopo è stato introdotto l'articolo 16 del Dl Sviluppo, che assicura maggiori entrate e maggiore lavoro per quei territori dove si sviluppano le nuove attività. «In queste settimane sono in corso gli accordi per migliorare ed aumentare l'efficacia del provvedimento, che va a vantaggio degli abitanti delle aree di ricerca e sviluppo, in particolare quindi dei residenti nei territori della Basilicata». (L. Ier.)

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