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Questo articolo è stato pubblicato il 03 febbraio 2014 alle ore 17:12.
L'ultima modifica è del 03 febbraio 2014 alle ore 18:18.

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Piove ancora sulla campagna modenese, prima terremotata e ora alluvionata. Una pioggia incessante che rende qualsiasi stima dei danni "prematura, sottostimata e superata in partenza, mentre si continua a spalare fango", concordano le associazioni agricole e cooperative modenesi, che questa mattina si sono riunite in provincia con il sottosegretario alle Politiche agricole, Maurizio Martina, gli assessori provinciale e regionale, i sindaci dei comuni coinvolti dall'esondazione del Secchia del 19 gennaio scorso (Bomporto, Bastiglia, Camposanto, Nonantola) e i parlamentari del territorio per fare una prima conta dei danni.

Danni all'agricoltura che superano i 54 milioni di euro, è il dato ufficializzato a fine riunione dal presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini, tra i 18,5 milioni di redditi in fumo, i 17,5 milioni di lesioni ai fabbricati rurali, i 7,5 milioni di Plv persa tra i vitigni di Lambrusco Doc e le pere Igp (le due colture pregiate cui quest'area è vocata), i 4,3 milioni di danni alle strutture produttive agricole (fienili, stalle), un milione di scorte vive e morte perso, un altro milione tra macchinari e attrezzature danneggiati. "Non serve a nulla calcolare oggi i danni – interviene Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena, 200 aziende associate colpite dall'alluvione per circa 3mila ettari di campi inondati – perché le piogge stanno rallentando molto i lavori di drenaggio e rendono impossibile valutare lo stato reale delle coltivazioni e il reddito perso".

Ci sono campi ancora sott'acqua, i canali secondari stanno di nuovo esondando per le piogge e lo scorso venerdì c'è stata una seconda rottura – e una seconda emergenza – dell'argine del Secchia nello stesso punto che causò il disastro due settimane fa. "Il problema è che se adesso arriva una gelata e le radici delle piante immerse nell'acqua ghiacciano, i danni diventano enormi. Solo alla fine dell'annata agraria sapremo davvero l'entità del disastro, che non va comunque conteggiato fermandosi alla sola Plv", ribadisce Francesco Vincenzi, presidente di Coldiretti Modena, 600 aziende coinvolte dall'esondazione del Secchia e 10mila ettari di campi alluvionati (anche sull'estensione delle coltivazioni allagate le cifre discordano).

Il sottosegretario Martina ha invitato tutti a tenere monitorata quotidianamente la situazione, ha assicurato risarcimenti al 100% dei danni e "l'impegno del Governo per sbloccare già nei prossimi giorni un primo set di interventi concreti a favore degli alluvionati". "Serve una fiscalità di vantaggio – è la richiesta che arriva da Coldiretti – e bisogna attingere a tutte le linee di finanziamento possibili, visto che il fondo per le calamità naturali è già esaurito". L'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha fatto presente che "riconoscere la sovrapposizione del sisma e dell'alluvione sullo stesso territorio dovrebbe portare anche a una radicale semplificazione degli adempimenti".
L'unica questione su cui tutti - agricoltori, cooperatori, tecnici e politici – si sono trovati d'accordo stamattina è che il nodo idraulico modenese è fragile e complesso e gli interventi rimasti sulla carta per anni vanno ora realizzati in fretta, perché non ne va solo delle colture ma delle vite umane (oggi sono ancora un centinaio gli sfollati). Nel frattempo in tutta l'Emilia.Romagna resta in vigore fino al 7 febbraio l'allerta della Protezione civile per criticità idreologica: il problema adesso sono le frane che stanno creando interruzioni sulle strade in collina e sull'Appennino bolognese. Mentre, in Riviera, rimangono confermate le fasi di allarme dovute all'ingrossamento dei fiumi Secchia, Reno e Panaro.

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