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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2014 alle ore 15:00.

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La possibilità di un accordo per salvare la sede di Forlì appare remota. I vertici di Ferretti Group, nautica di lusso, hanno riconfermato la volontà di chiudere il quartiere generale.

L'incontro con i sindacati nella sede dell'associazione degli industriali della città romagnola, non ha lasciato spiragli, per ora, a una intesa su una alternativa, come, per esempio, il ricorso al contratto di solidarietà proposto da Cgil, Cisl e Uil. Tanto che ora i sindacati attendono solo di sedersi al tavolo istituzionale in Regione, incontro previsto l'11 febbraio. Se anche in quella sede non arriveranno segnali di apertura «siamo pronti – dice Luigi Giove, della Fillea-Cgil – a proclamare lo sciopero ad oltranza».
La posizione dell'azienda per ora è netta: il piano industriale 2013-2018 va rivisto, a fronte del crollo della domanda di imbarcazioni di piccola stazza. Questo «alla luce – spiegano i vertici del gruppo – del perdurare di uno scenario macroeconomico negativo che affligge il settore nautico, con pesanti ricadute sulla competitività aziendale e sulla redditività, oggi ancora negativa». In ballo ci sono duecento posti di lavoro. Sono gli addetti per i quali si ripropone il trasferimento negli altri cantieri, tra Cattolica, nel Riminese, La Spezia e Mondolfo, nelle Marche, con la disponibilità del gruppo a fornire tutti gli strumenti necessari ad agevolare la ricollocazione o a far scattare un piano di esodi incentivati e di ricorsi agli ammortizzatori sociali.

L'intenzione del gruppo, che non sembra disponibile a fare marcia indietro, è quella di concentrare tutta l'attività negli altri quattro cantieri. A Forlì dovrebbero rimanere solo gli uffici commerciali. A nulla sembra essere valso l'ingresso nel gruppo, un anno e mezzo fa, del colosso cinese Shig-Weichai, che ha acquisito il controllo del maggiore produttore mondiale di yachts di lusso con una quota del 75% delle azioni, iniettando liquidità grazie a una ricapitalizzazione di 100 milioni di euro. Una operazione che, secondo i manager di Ferretti Group, ha consentito di scongiurare il rischio di conseguenze ancora più drammatiche per gli occupati. Ma che, al tempo stesso, ora richiede un drastico ridimensionamento dei costi per garantire la continuità dell'impresa. Con la chiusura contemporanea del cantiere statunitense della Florida il management ha messo sul tavolo della trattativa con i sindacati la stima di un risparmio di 5 milioni di euro. Un passo necessario a fronte dell'indebitamento del gruppo.

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