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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2014 alle ore 11:34.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 15:47.

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Il legno toscano si mette in rete per rafforzare la filiera legno-edilizia-energia e recuperare il ritardo accumulato rispetto ad altre regioni. Un ritardo che "brucia" ancora di più se si considera che la Toscana ha il primato regionale dei boschi, con oltre un milione di ettari di superficie forestale (per l'85% di proprietà privata) che copre il 47% del territorio. Ma questo grande patrimonio oggi è utilizzato solo parzialmente, per circa due milioni di metri cubi pari al 40% dell'accrescimento annuo.

La neo nata rete d'imprese, battezzata Filiera legno edilizia mediterranea e formata da 11 aziende che hanno sede nella regione (Arredoline Costruzioni, Bgreen, Bba-Architetti, Campigli legnami, consorzio Arcale, cooperativa Termas, Frangerini, Hs ingegneria, I+, Legnopiù, Epsus Musa), punta a sfruttare le grandi potenzialità del patrimonio boschivo toscano, sia per la costruzione di edifici sostenibili che in campo energetico e nella prevenzione del dissesto idrogeologico.
E infatti a dare impulso alla rete toscana delle imprese del legno, guidata da Francesco Campigli, sono state la Regione Toscana e l'Unione dei Comuni e Comunità montane, in collaborazione con Confindustria Toscana. Per spingere ancor più il decollo della filiera legno, la Regione ha annunciato l'arrivo della certificazione d'origine "legno di Toscana" e la creazione di una Borsa regionale del legno, sull'esempio di quella in funzione in Provincia di Trento. «È arrivato il momento di ritornare a coltivare il bosco e di usare il legno per invertire la dipendenza da fonti energetiche fossili, per l'edilizia, per garantire lavoro a imprese e professionisti del settore e per mantenere il presidio del territorio nelle zone collinari e montane», sostengono gli assessori regionali all'Agricoltura, Gianni Salvadori, e al Welfare, Salvatore Allocca, promettendo attenzione al legno nella ripartizione dei fondi comunitari del Psr 2014-2020. Per il presidente della rete Campigli, la priorità è la diffusione di un sistema tecnologico innovativo per realizzare edifici con struttura portante in legno e con elevate prestazioni energetico-ambientali.
Alla Regione le imprese del legno chiedono anche sostegno alla ricerca applicata, premialità per l'uso di materie prime da filiera corta da inserire nei bandi di appalto di opere pubbliche, adozione di un sistema regionale di certificazione di sostenibilità dell'edilizia pubblica e privata. La rete che raggruppa 11 aziende della filiera legno rappresenta il primo tentativo di aggregazione in un settore assai frammentato: le imprese toscane di utilizzazione boschiva sono 1.400, con 3.400 addetti; quelle di trasformazione del legno sono 4.200, con 19mila addetti. Ora la sfida è accrescere le dimensioni e le quote di mercato.

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