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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2014 alle ore 17:03.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 17:31.

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Estendere l'accordo sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale anche alle aziende che operano al di fuori del perimetro di Confindustria: è la richiesta lanciata dai delegati delle categorie dei settori non industriali della Cgil, intervenuti a Milano ad un attivo regionale in vista del congresso nazionale al quale è intervenuta anche Susanna Camusso.

Camusso:«persa la capacità di confronto»
Ci sono stati attimi di tensione quando Giorgio Cremaschi (membro del direttivo Cgil e autore di una mozione congressuale alternativa) con un blitz - accompagnato da un gruppetto che si è definito della Fiom – ha cercato di intervenire per esprimere il proprio dissenso, ma è stato allontanato dal servizio d'ordine in quanto non invitato all'evento: la situazione è degenerata con scontri verbali, qualche schiaffo e spintoni, ed un sindacalista Gaetano Pini è stato ferito ad una caviglia e trasportato all'ospedale. «Penso semplicemente che Cremaschi abbia perso la capacità di ascoltare e confrontarsi con opinioni diverse» ha commentato il segretario generale della Cgil evidenziando che «la protesta non riguarda la Fiom», quanto alle forti critiche che arrivano dalle tute blu della Cgil Camusso ha aggiunto «non penso che ci sia nessuna scissione con la Fiom né vicina né lontana, non è mai stato un tema della discussione».

La Fiom prende le distanze dall'incurisoe ma critica gli organizzatori
Quanto alla Fiom, il sindacato ha preso le distanze dall'iniziativa di Cremaschi «condanniamo con fermezza ogni atto di provocazione gratuita e di violenza, da qualsiasi parte questo provenga», criticando anche la decisione degli organizzatori dell'attivo regionale: «non comprendiamo perché a un attivo delegati Cgil non possano intervenire militanti e dirigenti (nel caso in questione un componente del direttivo) per esprimere il loro punto di vista».

Schiavella (Fillea): ancora troppi lavoratori esclusi dall'accordo
L'accordo attuativo del 10 gennaio su rappresentanza e democrazia per il leader degli edili della Fillea, Walter Schiavella «è applicato a una platea di lavoratori troppo ristretta», se «da una parte restituisce il voto a centinaia di migliaia di lavoratori, dall'altra sono troppi a rimanerne esclusi: in settori come le costruzioni, sono molti i lavoratori di imprese non afferenti a Confindustria, ma ancor più sono i lavoratori di imprese sotto i 15 dipendenti nelle quali non e' esercitabile il diritto ad eleggere le Rsu». Per Schiavella «definire assurda un'assemblea di delegati che esprime sostegno a un accordo non condiviso, come fatto da Cremaschi,salvo poi atteggiarsi a vittima di aggressioni, è l'ennesimo tentativo di alzare i toni senza misurarsi davvero sul merito».

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