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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 18:04.
L'ultima modifica è del 18 febbraio 2014 alle ore 18:07.

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(Corbis)(Corbis)

Un progetto veneto a supporto delle donne manager e della legge Golfo-Mosca (la n.120 del 2011), che introduce le cosiddette «quote rosa» nei consigli di amministrazione. Si tratta dell'«albo volontario di candidate al ruolo di componenti in cda con competenze certificate»: una raccolta dei migliori profili consultabile a livello regionale da enti ed aziende. Le candidate si potranno iscrivere presentando a Confindustria Veneto, anche tramite le associazioni territoriali, il proprio curriculum vitae e l'attestato di partecipazione a un corso professionalizzante, svolto sotto la sorveglianza scientifica di un ente universitario.

Nell'albo saranno inseriti gli identikit delle donne manager più competenti, che potranno essere visionati da enti pubblici e privati, oltre che dalle aziende. «È un'iniziativa di cui andiamo orgogliosi, perché integra la legge sulle quote rosa nei cda con la meritocrazia, un valore in cui crediamo – dice Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto –. Per portare maggiori competenze nei ruoli di comando la rappresentanza di genere è necessaria, ma non sufficiente. Occorre piuttosto individuare profili di donne con esperienza e qualità, in grado di dare un effettivo contributo alla modernizzazione della classe manageriale del Veneto».

Un modo, spiega Sandra Miotto, consigliera regionale di parità del Veneto, per contribuire anche a una nuova visione del lavoro e dell'economia, mentre Maria Luisa Coppola, assessore alle Pari opportunità della Regione, non rinuncia a una battuta: «Quando mai sono stati fatti corsi di formazione e istituiti albi per cda finora occupati solo da uomini? Forse loro sono per definizione preparati? È un dato inconfutabile che la presenza delle donne dia un valore unico di competenza, capacità relazionale e organizzativa, oltre che creatività nella soluzione dei problemi». Ora inizia la vera sfida: inserire queste professioniste nei consigli di amministrazione e non solo. «Un obbligo di legge - aggiunge Coppola - che ancora oggi qualcuno si illude di poter non rispettare».

Fin dal 2012 Confindustria Padova lavora alla "rivoluzione" rosa, giocando d'anticipo a livello nazionale con il progetto Head of the Board, realizzato in collaborazione con l'Università Ca' Foscari per sviluppare tra le donne competenze tecniche e manageriali per la gestione societaria e favorirne l'accesso a ruoli apicali d'impresa. All'appello avevano risposto 32 capitane e dirigenti d'impresa padovane, età media 44 anni, coinvolte in un training formativo di otto mesi tra formazione tecnica, testimonianze su prassi concrete di gestione societaria, affiancamento in cda di società quotate e pubbliche.

Il rapporto 2013 Consob sulla governance delle imprese italiane quotate in Borsa citava, a fine giugno 2013, un 17% dei posti di consigliere ricoperto da donne (a fine 2011 erano il 7,4%), in 198 imprese (135 a fine 2011) almeno una donna è presente nel board. Tuttavia, secondo lo stesso studio, le donne ricoprono principalmente cariche non esecutive: sono amministratori indipendenti nel 60% dei casi, mentre solo il 3,2% delle donne riveste il ruolo di amministratore delegato

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