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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 18:12.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 19:50.

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Il rischio è di avere anche nel mercato della telefonia fissa – e a poche settimane dal caso Bip Mobile che ha colpito invece il mondo del mobile – altri clienti senza linea, loro malgrado, per insolvenza del proprio operatore. Del resto il copione ha molte parti in comune: piccole società che cercano di entrare sul mercato, tariffe low cost oltremodo aggressive, campagne pubblicitarie e di comunicazione notevoli, difficoltà e debiti nei confronti dei fornitori. A questo punto però solo l'intervento dell'Agcom potrà scongiurare il rischio del distacco del servizio per i clienti di Italiacom, società di telecomunicazione con sede a Palermo che, al momento, ha poco più di 3mila clienti in tutto in Sicilia e Puglia.

A quanto risulta al Sole 24 Ore, infatti, l'intervento di Agcom dovrebbe concretizzarsi lunedì, con una delibera d'emergenza del Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni tale da imporre a Telecom di continuare a garantire il servizio. Del resto, un'imposizione da parte dell'Agcom è la condizione chiesta dalla stessa Telecom per scongiurare un distacco che, in punto di diritto, potrebbe avvenire proprio a partire da lunedì. Lunedì infatti scadranno i 30 giorni dalla lettera di diffida inviata da Telecom Italia a Italiacom il 24 gennaio, chiedendo alla società palermitana di pagare un debito arrivato a metà febbraio a 1,5 milioni di euro.

Un comunicazione, quella inviata dalla società guidata da Marco Patuano, che era solo l'ultima in ordine di tempo e seguita a una prima diffida del 21 novembre. In genere, come succede in questi casi, da parte di Italiacom è stato proposto un piano di rientro ritenuto però ninaccettabile dall'ex monopolista. La palla è così arrivata nella metà campo dell'Agcom che ha convocato le due parti a metà febbraio. E lì, nel corso della riunione in cui da parte di Italiacom era stata avanzata la richiesta di maggior tempo, almeno fino all'1 aprile 2014, prima di un eventuale distacco (per informare la clientela e predisporre le procedure di migrazione) – richiesta respinta da Telecom – sono arrivati due colpi di scena. Il primo: si è scoperto che Italiacom non aveva provveduto a fare i codici di migrazione. Tradotto: una mancanza che nei fatti non permette ai clienti di poter cambiare operatore. Il secondo: a un certo punto la società comunica, attraverso il suo legale, di voler cessare le proprie attività.

A quel punto per gli stessi rappresentanti dell'Agcom si è acceso l'allarme rosso, con la richiesta a Italiacom di informare la propria clientela tempestivamente, attraverso il sito, di questa decisione. La seconda per chiedere a Telecom più tempo. Nel primo caso, chi scrive ha personalmente telefonato venerdì al call center ricevendo l'offerta di un servizio, come nella normale attività. Riguardo alla richiesta avanzata da Agcom a Telecom, l'ex monopolista è ora società quotata e sarebbe difficile spiegare il perché di un ripensamento su una decisione presa per inadempienza contrattuale. Quindi non resta altra soluzione che il diktat dell'Agcom.

Previsto per lunedì, come già detto. Dall'altra parte, sulla cessazione del servizio, al Sole 24 Ore l'amministratore delegato di Italiacom, Salvo Castagna, fa marcia indietro: «È vero, in quella occasione è stato detto, ma nel frattempo sono intervenute novità. Infatti abbiamo interessamenti da parte di fondi e altri operatori di telecomunicazioni. E anche con Telecom Italia credo che ce la faremo a metterci d'accordo e a trovare una soluzione nell'arco di un mese». Resta il problema, che non depone al meglio, di debiti accumulati non pagando la fornitura dei servizi wholesale poi venduti da Italiacom al dettaglio. «Errori ne sono stati fatti certo. Ma ora vediamo di metterci in carreggiata. E sono fiducioso». Fiducia necessaria. Anche perché Agcom nel frattempo ha aperto un procedimento come segnalato (assai in piccolo in verità) nello stesso sito Agcom: Italiacom aveva preso a chiedere 100 euro una tantum per adeguamento del servizio Adsl.

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