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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 06:44.

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MIRANDOLA (MODENA)
L'undicesimo tecnopolo della rete ad alta tecnologia dell'Emilia Romagna è in dirittura d'arrivo, prima del previsto. È quello di Mirandola, nel Modenese, area terremotata, uno dei comuni maggiormente colpiti dal sisma del 2012 e cuore del distretto biomedicale. La sigla dell'accordo tra Regione e Fondazione Democenter, che si era fatta avanti con una manifestazione di interesse a realizzare il progetto di ricerca finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, è cosa fatta. E la Regione ha già stanziato oltre 3,8 milioni di euro, il 90% delle risorse necessarie (il restante 10% è a carico di Democenter). Tanto che, in anticipo sulla tabella di marcia, potrebbe essere operativo già dall'estate.
Resta solo da ultimare, infatti, l'adeguamento dello stabile dove è previsto l'insediamento del tecnopolo, messo a disposizione dal Comune. Un'accelerazione voluta dalla squadra del presidente Vasco Errani per aiutare la ripresa delle imprese terremotate del distretto, il secondo più importante d'Europa, con una galassia di trecento aziende, tra le quali le divisioni italiane di sei multinazionali che, nonostante il sisma, non hanno abbandonato il cluster. Inizialmente l'apertura era prevista per la fine del 2014. Tempi comunque brevi (il tecnopolo era stato messo in cantiere dopo il terremoto, come volano di ripresa) ma adesso ulteriormente ridotti. «Il nuovo parco scientifico e tecnologico - spiega l'assessore alle Attività produttive Giancarlo Muzzarelli - è un ulteriore tassello nella rete delle strutture per l'innovazione del nostro tessuto produttivo, ma soprattutto uno strumento fondamentale per sostenere la ricrescita e l'occupazione in un'area tanto duramente colpita, prima dal terremoto e poi dalla recente alluvione, e di grande importanza per la nostra economia».
I fondi già stanziati serviranno ad acquistare le attrezzature (il tecnopolo è inserito nella piattaforma di ricerca che riguarda le scienze della vita), ad assumere i ricercatori - saranno 16, tutti reclutati con contratto di lavoro a tempo indeterminato -, a far partire i primi contratti di ricerca con le imprese. Questo almeno alla fine del 2015, in attesa che il nuovo parco tecnologico, al pari degli altri tecnopoli della regione (uno per provincia, due a Bologna) siano in grado di camminare con le loro gambe. I programmi di ricerca che saranno realizzati a Mirandola si candidano però a diventare un punto di riferimento anche per altri settori produttivi, oltre a quello biomedicale, per il quale l'attività si concentra sui nuovi materiali innovativi. «L'attività che svolgeremo - dice il presidente della Fondazione Democenter, Erio Luigi Munari - sarà di grande interesse anche per gli altri due settori nei quali siamo un punto di riferimento regionale, ovvero l'Ict e la meccanica».
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