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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 19:23.

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Alla fine Agcom (come anticipato dal Sole24ore.com sabato scorso) è intervenuta sul caso Italiacom società di telecomunicazione con sede a Palermo che, al momento, ha poco più di 3mila clienti in Sicilia e Puglia. Tutto come previsto. Telecom, stando alla decisione presa dal consiglio dell'Agcom di lunedì e che sarà tradotta a breve in una delibera, a quanto risulta al Sole 24 Ore dovrà tenere in vita le linee di Italiacom, nonostante il credito da 1,5 milioni di euro vantato dalla società guidata da Marco Patuano, almeno fino all'1 aprile.

Insomma, una decisione per scongiurare un rischio che si stava palesando: quello di avere anche nel mercato della telefonia fissa – e a poche settimane dal caso Bip Mobile che ha colpito invece il mondo del mobile – altri clienti senza linea, loro malgrado, per insolvenza del proprio operatore. Del resto il copione ha molte parti in comune: piccole società che cercano di entrare sul mercato, tariffe low cost oltremodo aggressive, campagne pubblicitarie e di comunicazione notevoli, difficoltà e debiti nei confronti dei fornitori.

Ora occorrerà vedere la traduzione in pratica della disposizione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Intanto però l'intervento dell'Agcom si è reso necessario perché il distacco, in punto di diritto, poteva avvenire proprio a partire da lunedì, giorno in cui scadevano i 30 giorni dalla lettera di diffida inviata da Telecom Italia a Italiacom il 24 gennaio, chiedendo alla società palermitana di pagare un debito arrivato a metà febbraio appunto a 1,5 milioni di euro.

Un comunicazione, quella inviata dalla società guidata da Marco Patuano, che era solo l'ultima in ordine di tempo e seguita a una prima diffida del 21 novembre. In genere, come succede in questi casi, da parte di Italiacom è stato proposto un piano di rientro ritenuto però ninaccettabile dall'ex monopolista. La palla è così arrivata nella metà campo dell'Agcom che ha convocato le due parti per il 12 febbraio. E lì, nel corso della riunione in cui da parte di Italiacom era stata avanzata la richiesta di maggior tempo, almeno fino all'1 aprile 2014, prima di un eventuale distacco (per informare la clientela e predisporre le procedure di migrazione) – richiesta respinta da Telecom – sono arrivati due colpi di scena. Il primo: si è scoperto che Italiacom non aveva provveduto a fare i codici di migrazione (anche se Italiacom ha dato la colpa a Telecom e la setssa Telecom ha repsinto al mittente ogni accusa). Comunque, tradotto si tratta di una mancanza che nei fatti non permette ai clienti di poter cambiare operatore. Secondo colpo di scena: a un certo punto la società comunica, attraverso il suo legale, di voler cessare le proprie attività.
Intento che Italiacom, attraverso l'ad Salvo Castagna, conferma di non voler portare avanti, come già riferito al sole24ore.it. «Sono a Barcellona al Mobile World Congress - dice - e in questo momento posso solo dire che si sta concretizzando l'ingresso di nuovi soci».
A quanto risulta al Sole 24 Ore Italiacom dovrà ora (come avrebbe dovuto fare dal 12 febbraio) dare notizia attraverso il sito, ai suoi clienti, della situazione. Che arriva a buon fine solo grazie a un'imposizione nei confronti di una società, quotata, cui resta un credito, certo, di 1,5 milioni.

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