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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2014 alle ore 17:38.

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Infrastrutture e trasporti, energia, ambiente e rifiuti, risorse idriche e agroindustria. Ma anche turismo, cultura, beni culturali, manifatturiero e commercio. Ogni settore un'opportunità da cogliere. In Kenya che uno studio di Harvard ha indicato come uno degli undici paesi al mondo che nel periodo 2011-2020 registrerà la maggiore crescita economica, seguito a ruota da Etiopia, Tanzania e Uganda.

Opportunità che gli imprenditori siciliani si preparano a cogliere: a Nairobi intanto l'Associazione per il commercio italo-keniana ha siglato un protocollo di intesa con KenInvest, Kenya Investment Authority. Alla cerimonia hanno preso parte il ministro del Tesoro del Kenya, Henry Rotich; il principal secretary del ministero dell'Industrializzazione del Kenya, Mr. Wilson Songa; l'Ambasciatore Mauro Massoni; il direttore generale di KenInvest, Moses Ikiara; il Rettore dell'Università di Reggio Calabria, Pasquale Catanoso; il presidente della Piccola industria di Confindustria Sicilia, Giorgio Cappello; Betty Sawe, segretario generale dell'Associazione per il commercio Italo-Keniana, Francesco Confuorti, presidente di Advantage Financial, e rappresentanti della Sace.

Si tratta di una partnership che punta alla creazione di uno sportello unico per facilitare e velocizzare il processo degli investimenti italiani in Kenya; alla promozione di accordi bilaterali in vista di Expo 2015 e alla creazione, entro due anni, di una camera di commercio italo-keniana. «A una fase di espansione della domanda senza precedenti non corrisponde, però, un'adeguata crescita in termini di tecnologie e di know how. Ed è proprio questa la grande opportunità che le nostre imprese non possono perdere -, spiega Giorgio Cappello -. Grazie alla firma di questo protocollo riusciremo a captare le opportunità che il Paese offre e a trasformarle in business per le nostre imprese. Il Kenya rappresenta la porta d'accesso privilegiata ai mercati dell'East Africa e del cosiddetto ‘Corno d'Africa' che ha già dato prova di avere potenzialità di crescita molto interessanti. Sono convinto che le imprese italiane possano fornire, oltre alla manodopera, quel know how indispensabile per qualsiasi progetto di sviluppo».

La carne al fuoco è tanta. Basti pensare al Piano quinquennale di sviluppo del Kenya che, come ha ricordato il presidente di Ance Sicilia, Salvo Ferlito, «prevede importanti interventi, alcuni dei quali già finanziati dalla Banca mondiale, dall'Unione europea e dalla Banca africana di sviluppo, e altri da realizzare con partenariati pubblico-privati». Tra le grandi infrastrutture, l'ampliamento del porto di Mombasa e dell'aeroporto di Nairobi, la costruzione di un nuovo porto e di un nuovo aeroporto, la modernizzazione e l'estensione della rete ferroviaria fino all'alta velocità, il potenziamento della rete stradale, lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. «Sono orgogliosa di poter mettere a disposizione del sistema delle imprese italiane che intendono operare nel mercato keniano i miei 14 anni di esperienza in questo paese. Lavorerò instancabilmente per portare il made in Italy in Kenya e per intensificare sempre di più i rapporti commerciali fra i due paesi, anche grazie alla sinergia con l'ambasciata italiana a Nairobi», dice Rita Ricciardi, presidente dell'Associazione per il commercio italo-keniana, che riunisce anche Confindustria Sicilia, Ance Sicilia, Kepsa (Confindustria del Kenya), Kisumu Business Association (Associazione industriali della zona del Kisumu), Nca (National Construction Authority), e che vede come soci di diritto l'Ambasciatore del Kenya in Italia, Mrs Josephine Wangari Gaita, e l'Ambasciatore d'Italia in Kenya, Mauro Massoni; soci d'onore il ministro del Tesoro del Kenya, Mr. Henry Rotich, e il presidente della Sace, Giovanni Castellaneta.

«La firma del Protocollo d'Intesa tra l'Associazione per il Commercio Italo-Keniana e la Kenya Investment Authority – commenta l'ambasciatore italiano a Nairobi, Mauro Massoni – segna un momento importante nelle relazioni economiche tra il Kenya e l'Italia e costituisce l'atto formale attraverso il quale viene istituzionalizzata una fattiva collaborazione, in atto già da tempo, volta a favorire e consolidare la promozione e la presenza del nostro sistema produttivo nel Paese africano. Questo scenario positivo potrà essere ulteriormente rafforzato quando, in un futuro che mi auguro non lontano, l'associazione per il Commercio Italo-Keniana potrà assumere lo status di Camera di commercio Italo-Keniana».

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