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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2014 alle ore 06:49.
LECCO
Dopo anni di crisi, anche per le trafilerie italiane (un centinaio di attività per 2,148 miliardi di euro di giro d'affari) si impone l'avvio di un percorso di ristrutturazione. L'anno in corso, secondo i principali operatori del settore, comporterà una lieve ripresa, con un incremento dei volumi e con un leggero aumento dei prezzi. Ma questo non esclude, per la filiera, la necessità di un ripensamento radicale. Sono queste le indicazioni emerse ieri durante Siderweb Outlook, il convegno organizzato dal portale siderurgico Siderweb in collaborazione con la Camera di commercio di Lecco e dedicato all'analisi delle prospettive per il 2014 delle trafilerie italiane. Sul versante dei prezzi dei prodotti siderurgici necessari all'attività della trafila, Giovanni Bajetti (direttore commerciale di Lucchini) si attende nei prossimi mesi un incremento delle quotazioni, trainate da «una ripresa del prezzo del rottame». Questa visione è confermata anche da Achille Fornasini (chief analyst di Siderweb), che ha rilevato come «dopo un calo di circa il 6% del rottame e della vergella da inizio 2014, ci si attende un rimbalzo del prezzo. Siamo al termine della fase di discesa delle quotazioni». Ma non solo i prezzi risaliranno. Dopo anni di contrazione, l'economia italiana nel 2014 tornerà a crescere: «Il Pil si incrementerà dello 0,7% in Italia e dell'1% nell'area euro. I settori utilizzatori serviti dalle trafilerie miglioreranno rispetto al 2013, ma sarà un incremento moderato, non sufficiente a controbilanciare i cali degli anni scorsi» ha dichiarato Gianfranco Tosini, responsabile dell'Ufficio Studi di Siderweb. Tra il 2007 ed il 2013 la produzione del comparto delle trafilerie è diminuita del 17,5%: «Un livello difficilmente recuperabile».
Cosa fare allora? «La capacità produttiva oggi è in eccesso – ha spiegato Franco Polotti, ad di Ori Martin –. È necessario ristrutturare le nostre aziende; è arrivata la stagione delle sinergie e delle aggregazioni».
Un altro elemento su cui puntare, ha dichiarato Andrea Beri (ad di Ita) è l'associazionismo, per avere un maggiore peso in sede europea. «Da soli non possiamo far nulla – ha detto –. Dobbiamo unirci e ricorrere alle associazioni di categoria e alle istituzioni europee: la Ue ascolta le richieste dei produttori sull'antidumping, e può darci una mano per difenderci a livello internazionale».
Dalla politica, invece, non sono attesi aiuti. «Dopo le promesse non realizzate dai governi precedenti – ha puntualizzato Angelo Cortesi (presidente Co.El) –, ora non ci sono più aspettative. Facciamo gli imprenditori, lavoriamo in azienda e cerchiamo di trovare nuove strade».
Il presidente della Camera di commercio di Lecco, Vico Valassi, ha ricordato la vicenda che ha portato all'acquisizione dell'acciaieria del Caleotto da parte di Luigi Lucchini, all'inizio degli anni Novanta, accogliendo con soddisfazione le rassicurazioni di Bajetti sul futuro del laminatoio lecchese del gruppo Lucchini, impianto giudicato fondamentale per il distretto metalmeccanico della provincia.
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L'IDENTIKIT
Il giro d'affari del settore
Le trafilerie italiane, un centinaio di aziende in tutto, sviluppano un giro d'affari di 2,148 miliardi di euro. Dopo anni di crisi, il comparto si appresta ad affrontare un percorso di ristrutturazione
Prezzo del rottame in risalita
Sul versante dei prezzi dei prodotti siderurgici necessari all'attività della trafila, si attende nei prossimi mesi un incremento delle quotazioni, trainate da una ripresa del prezzo del rottame. Difficile, tuttavia, che bastino a compensare i cali del passato