Nord e Sud, precari e garantiti, giovani e anziani: ecco le Italie del lavoro che Renzi non può ignorare
Due, tre, molte Italie. Su prospettive, fiducia nel futuro e soluzioni per creare occupazione nello Stivale prevale un quadro complessivamente negativo, segnato da profonde fratture rispetto all'età, alla condizione contrattuale e all'area di residenza. Ne danno conto, nitidamente, le elaborazioni della divisione Public Affairs di GPF sulla base dei dati rilevati dal Monitor 3SC, programma di ricerca che da 30 anni interpreta le trasformazioni sociali e di consumo della società italiana. Si tratta di un ulteriore allarme su una situazione di grave disagio, ma anche di spunti utili per i prossimi tentativi di trasformazione del mondo del lavoro in Italia. A partire dal Jobs Act, annunciato per la prossima settimana dal neo presidente del Consiglio Matteo Renzi.
di Alberto Annicchiarico e Marco Cacciotto
5. Verso il Jobs Act / Nordest più disponibile al cambiamento

Quale può essere la soluzione per assicurare maggiore stabilità e diminuire le preoccupazione dei lavoratori italiani? Estendere le garanzie dei lavoratori a tempo indeterminato a tutti oppure aumentare l'occupazione dando alle imprese maggiori libertà di assumere e licenziare? Potremmo aspettarci che a quest'ultima domanda rispondano in maniera negativa le aree del Paese che sentono maggiormente la crisi e l'instabilità, invece è nel Nord Est che i lavoratori chiedono più libertà di assumere e licenziare: il dato dei favorevoli supera abbondantemente il 60% . Anche nel Nord Ovest la maggioranza è favorevole. Più si scende nello Stivale più scende la percentuale dei favorevoli. Anche in questo caso il Paese è spaccato in due, tra Nord e Sud.
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