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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 15:30.

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Una rete territoriale a supporto di imprenditori, artigiani, professionisti e lavoratori in difficoltà. Il progetto nasce a Vicenza, ed è la naturale evoluzione di quel numero verde anti suicidi (800 334 343) che la regione Veneto aveva attivato nell'estate 2012, nel pieno di una emergenza che non si è conclusa. Da allora oltre 1.100 chiamate di imprenditori, alcune classificate "ad alto rischio". La firma unisce i protagonisti di "InOltre": Caritas, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria e Apindustria della provincia vicentina.

IL PROGETTO - Ognuno fa la propria parte: la Ulss 4, come responsabile del progetto, gestisce l'interfaccia con la Regione e la ricerca degli strumenti – economici e tecnici – per consentire il perseguimento dell'obiettivo: assistere quanti rischiano di scivolare verso tendenze suicide. L'università di Padova offre gli strumenti teorico-metodologici per lo stesso fine, la Caritas individua le esigenze degli utenti e li indirizza, mentre le associazioni di categoria danno consulenza tecnica per individuare possibili strategie di gestione delle situazioni intercettate, e segnalano al servizio InOltre casi problematici individuati al proprio interno. Il fine è anche cooperare per l'ampliamento della rete e il coinvolgimento di altri enti – si guarda a istituti di credito e agenzia delle entrate – anche allo scopo di mettere a punto ulteriori servizi da offrire alla comunità degli imprenditori.

AMPLIARE LA RETE - Solo a Vicenza sono 65 le persone già seguite e aiutate a far fronte alle ricadute negative, personali e professionali, delle difficoltà economiche.
«Da un semplice numero verde, che peraltro ha già salvato molte vite e aiutato a risolvere centinaia di situazioni al limite del dramma – dice il governatore della Regione Veneto Luca Zaia – siamo arrivati a costruire una vera e propria rete territoriale nella quale tutti, ma proprio tutti, remano dalla stessa parte: offrire aiuto concreto ai nostri imprenditori oppressi da una crisi economica epocale, burocrazia e tasse, da concorrenza sleale e contraffazioni di produzioni di qualità. È un'evoluzione virtuosa che chiedo sia trasferita e attivata al più presto in tutte le province del Veneto».

GLI ULTIMI CASI - Anche l'ultimo mese ha contato nuove vittime: a Padova, il suicidio di un editore ha fatto dire al presidente degli industriali Massimo Pavin che «è un dovere di tutti farsi un esame di coscienza spietato, chiedersi cosa si poteva fare e non è stato fatto, adoperarsi in ogni modo per fermare le "morti bianche" come questa. L'Italia è un paese ormai da anni ostaggio di una politica cinicamente distante. Serve una scossa sì, ma prima di tutto morale. Tragedie come questa siano uno schiaffo per tutti».

E la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, sulla morte del titolare di un'azienda di componentistica per mobili avvenuta a Sacile (Pordenone): «Il nostro impegno, anche morale, è di non lasciare nella solitudine e nella disperazione gli imprenditori aggrediti dalla crisi, di stare accanto ad esempio a quegli artigiani che hanno dato tutto alla causa della loro azienda e anche, come in questo caso, dei lavoratori».

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