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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2014 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2014 alle ore 06:51.

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TARANTO
«Il valore del benzoapirene nel quartiere Tamburi di Taranto è stato nel 2013 uno dei più bassi d'Italia. Praticamente nullo». Giorgio Assennato, direttore generale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (Arpa), indica il dato medio annuale di 0,17 nanogrammi per metro cubo d'aria nel rione di Taranto più vicino all'Ilva come segno dell'evidente miglioramento ambientale. Un dato tanto più confortante, rileva, se si considera che il benzoapirene è uno degli inquinanti più pericolosi in quanto associato al cancro. «Nel quartiere Tamburi - spiega Assennato - monitoriamo le emissioni di benzoapirene dal 2009 con la centralina installata in via Macchiavelli alla quale, da marzo 2013, se ne è aggiunta un'altra nell'area della scuola Deledda. Ebbene, le due rilevazioni sono sostanzialmente sovrapponibili e portano alla stessa conclusione: 0,17 nanogrammi come dato medio annuale a fronte di un valore limite di un nanogrammo. Adesso abbiamo il quadro per tutto il 2013. Lievemente più alto, 0,23 nanogrammi - ma siamo sempre sotto il valore limite -, è il dato di benzoapirene registrato dalla centralina di Talsano, dall'altra parte della città rispetto all'Ilva. È un aumento sostanzialmente dovuto ad alcuni episodi specifici di combustione verificatisi a novembre, altrimenti anche qui ci sarebbe un'omogeneità con i dati del quartiere Tamburi». Assennato aggiunge che anche Pm10 e Pm 2,5, altri inquinanti, sono regrediti «mentre un lieve aumento, sul quale indagheremo, si registra per il benzene. Siamo però sotto il valore limite di 5 microgrammi per metro cubo d'aria».
«Certo, so bene che questi dati sul benzoapirene sono la conseguenza di un'Ilva che marcia a passo ridotto e che soprattutto ha spento sei batterie su dieci delle cokerie. È evidente che il rischio di avere di nuovo emissioni più alte c'è tutto qualora si dovesse tornare al passato. Ma questo - dice Assennato - ci deve spingere a lavorare sull'Aia, sulle misure ambientali e sul miglioramento degli impianti e delle tecnologie proprio per ridurre in modo strutturale le fonti nocive». Ed è iscritto all'ordine del giorno della seduta del Consiglio dei ministri di oggi l'approvazione del Dpcm relativo al piano ambientale dell'Ilva. Piano che indica gli interventi da farsi ridefinendone i tempi rispetto all'Aia di ottobre 2012, e soprattutto precede la presentazione del piano industriale da parte del commissario Enrico Bondi così come stabiliscono le leggi 89 del 2013 e 6 del 2014.
All'Ilva intanto, nell'ambito del programma di bonifica della fabbrica, sono cominciati i carotaggi nella zona degli sporgenti portuali in vista della successiva caratterizzazione ambientale. In attività anche la prima delle otto benne chiuse ecologiche nell'area portuale prescritte dall'Aia (investimento di 13,691 milioni) al fine del contenimento delle polveri. Avviato, inoltre, lo scavo relativo al cantiere per la copertura di uno dei parchi minerali, quello dell'agglomerato.
Intanto i pm di Milano Stefano Civardi e Mauro Clerici hanno fatto richiesta di giudizio immediato per Emilio Riva, il figlio Fabio, e altre due persone, accusate di associazione per delinquere e truffa aggravata in relazione a dei finanziamenti pubblici ricevuti dall'Ilva di Taranto. La truffa contestata ammonta a 100 milioni di euro. Secondo l'ipotesi accusatoria, l'Ilva avrebbe ricevuto dei contribuiti pubblici per favorire l'export senza averne il diritto.
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