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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 13:35.

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Un progetto complessivo che "partendo dallo sport, transiti per il momento culturale, con un'attenzione particolare all'effetto moltiplicatore da generare per i flussi turistici" e arrivi fino "a iniziative per fare apprezzare i prodotti locali, artigianali e alimentari". E'quanto ha prefigurato a Chiavari (Genova) il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante i convegno "Il calcio e lo sport quali fattori di crescita e sviluppo per il territorio". Un evento organizzato nell'ambito delle manifestazioni per il centenario della società calcistica chiavarese Virtus Entella. Alla manifestazione hanno partecipato anche Paolo Garimberti, presidente del museo della Juventus, Mario Macalli, presidente della Lega calcio professionisti e Antonello Valentini, direttore generale della Figc.

Prima di soffermarsi sul tema del convegno, Squinzi, in qualità di proprietario del Sassuolo, ha spiegato di non avere pentimenti per "essere entrato nel calcio. Quello col Sassuolo è un progetto nato una decina d'anni fa. Quando sono entrato la squadra era in promozione, ora è in Serie A e spero ci resti, anche se non è semplice. Questa esperienza è stato un gettare il cuore oltre l'ostacolo; l'obiettivo era quello di far crescere il settore giovanile, facendo diventare il Sassuolo una squadra di rango sempre più elevato».
Garimberti, da parte sua, ha ricordato che "c'è troppo divario tra il calcio italiano e quello estero. L'8% delle azioni del Bayer Monaco valgono 110 milioni e tutta la Juventus ne vale 224. Per il merchandising il Bayer ha uno store di mille metri quadrati; in Italia abbiamo bancarelle per strada che vendono maglie finte".

Valentini ha sottolineato che il rilancio del calcio italiano deve passare dal settore giovanile perché è impensabile che "il 56% dei giocatori di serie A non siano selezionabili dalla Nazionale", in quanto stranieri.

Su questo punto Squinzi ha replicato, prima di tirare le conclusioni del convegno, che, viceversa, il Sassuolo numerose volte è entrato in campo "con 11 giocatori italiani".
Il presidente di Confindustria ha quindi evidenziato che "se gli eventi, la gestione delle strutture e l'erogazione di servizi nello sport producono ritorni economici, contribuiscono alla promozione di un territorio, stimolano il manifatturiero – dall'abbigliamento alle attrezzature – contribuiscono al sostegno dei servizi ricettivi e turistici e, soprattutto, individuano nuove opportunità lavorative e professionali". Insomma, lo sport (e il calcio, in particolare) sviluppa "una complessa serie di elementi che, partendo dal territorio investito dal fenomeno, si estende a molte altre economie esterne ad esso connesse". Per il chiavarese, poi, Squinzi ha ipotizzato la creazione di "una sede museale", dedicata al Virtus Entella ma anche "aperta alle varie attività agonistiche". Realizzazione che "con il mare stupendo che bagna Chiavari e un golfo conosciuto in tutto il mondo, potrebbe rappresentare un notevole atout turistico". Si creerebbe così un immediato collegamento tra sport e turismo. Perché ha proseguito Squinzi, "non predisporre strategie conseguenti, quali pacchetti viaggio-soggiorno, differenziazioni di prezzo, riduzioni sugli ingressi a mostre e musei, ampliando i confini del territorio che ospita il momento sportivo?" Collegare lo sport al turismo è un'azione che presenta solo aspetti postivi".

Concludendo il suo intervento, Squinzi si è rivolto ad Antonio Gozzi, presidente del Virtus Entella e di Federacciai, affermando: "ho portato il Sassuolo dalla promozione alla serie A. Ora speriamo di restarci. Quindi alla Virtus Entella dico: ci vediamo tra due anni".

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