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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2014 alle ore 15:29.

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Ravenna - L'area, 136 ettari, è quella della Darsena di città, dove si rincorrono insediamenti portuali e industriali dismessi. La pietra angolare di un programma di riqualificazione urbana con il quale il Comune di Ravenna disegna il futuro di una città che scommette sull'imprenditoria giovanile, tra edifici che sono un esempio di archeologia industriale e fabbriche che riprendono vita. E' qui, nell'ex Dogana, 300 metri quadrati, che nasce un incubatore di imprese, ad alto carattere innovativo, legate alle vocazioni del territorio, tra arte, cultura, mare, energia, in stretto raccordo con il tecnopolo di Ravenna, uno degli undici che costituiscono la rete ad alta tecnologia dell'Emilia Romagna.

Un programma – messo a punto da Comune, Regione, Eni e Fondazione Enrico Mattei – che già entro quest'anno permetterà a quattro start up di fare ingresso in un incubatore che le accompagnerà per due anni, e a giovani professionisti di entrare nel circuito del coworking. Un piano da oltre 600mila euro, quasi 300mila di contributo regionale, i restanti messi a disposizione da Eni e Comune. Un ruolo chiave, per l'assistenza alle neo imprese, sarà giocato dalla Fondazione Mattei, che si occuperà della gestione della struttura per i primi anni di attività del centro. Si occuperà del coordinamento delle attività, tra formazione ed eventi, mettendo a disposizione dei giovani neoimprenditori le competenze e le professionalità necessarie per le attività di supporto e consulenza. La prima fase della selezione delle migliori idee di impresa avverrà, entro la fine dell'anno, con un bando comunale. Successivamente la scrematura proseguirà con una vera e propria scuola d'impresa. Un'idea della Fondazione - pensata per trenta partecipanti al massimo - che saranno seguiti passo dopo passo nel passaggio dall'idea al progetto. La scuola rappresenta l'ultimo step della selezione delle quattro start up con maggiori prospettive di successo. L'incubatore si chiama CoLaboRa, promuoverà i contatti con fondi venture capital e con business angels e assisterà le nuove imprese fino all'ingresso sul mercato. Grazie a un meccanismo di rotazione, con l'uscita dei primi startupper scatterà l'insediamento di altre quattro neo imprese. A tutte saranno offerte consulenze legali, commerciali, finanziarie, assistenza per la redazione del business plan e la ricerca dei finanziamenti, per il marketing, l'internazionalizzazione e il reclutamento di personale. Tutto nell'ambito dei grandi progetti con i quali il Comune di Ravenna compete per ottenere il titolo, nel 2019, di capitale europea della Cultura. Scelta strategica. "Da un lato – spiega l'assessore alle Attività produttive Massimo Cameliani - incentiviamo l'imprenditoria giovanile e l'innovazione. Dall'altro lato contribuiamo a rivitalizzare un luogo come la Darsena di città". Primo passo: la ristrutturazione dell'edificio che ospiterà l'incubatore e la dotazione di attrezzature informatiche.

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