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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2014 alle ore 12:33.

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MILANO - Il cammino della svizzera Klesch e della tunisina Smc per aggiudicarsi gli asset della Lucchini si interrompe. Ieri il ministero dello Sviluppo economico ha comunicato in una nota ufficiale che due delle nove offerte non vincolanti giunte sul tavolo del commissario Piero Nardi, nonostante la proroga di una settimana concessa, non sono state completate nella documentazione. Per questo motivo non accederanno alla due diligence in vista della definizione delle offerte vincolanti.

Secondo le ricostruzioni di questi giorni ad abbandonare il percorso del bando sono il gruppo Klesch, che si è rifiutato di trasmettere al commissario i propri bilanci, e la tunisina Smc, che non è riuscita a produrre in tempo utile garanzie finanziarie adeguate, nonostante l'entourage della società nordafricana affermi che è tuttora in corso il trasferimento di una somma di 500 milioni sul conto corrente della filiale romana della Ubae (Unione delle banche arabe ed europee), mentre dovrebbe essere perfezionato entro il 4 aprile un aumento del capitale sociale.
Teoricamente entrambe le società, pur non avendo accesso alla data room Lucchini, potrebbero comunque formulare in futuro un'offerta vincolante che il commissario sarà chiamato a valutare, se superiore alle altre. Questa ipotesi vale soprattutto per i nordafricani, l'unica realtà che afferma di volere rilevare gli asset di Piombino "così come sono", altoforno compreso. Sono quindi sette, a questo punto, i soggetti che accedono alla fase della due diligence. Escludendo le due offerte non vincolanti indirizzate su Lecco (una di queste è di Duferco-Feralpi) e le due per la cokeria, sono tre gli interessi per gli impianti di Piombino (limitati però ai soli laminatoi).

Tra questi, secondo una fonte industriale, i progetti più consistenti sono quelli rincoducibili alle due società indiane di proprietà dei fratelli Naveen e Sajjan Jindal, Jsw (Jindal south west) e Jspl (Jindal steel and power limited, la quale aveva visitato gli impianti toscani già nel maggio di due anni fa), che contemplano anche le eventualità di realizzare un forno elettrico e, nell'altro caso, di affiancare un impianto Corex. Lunedì il viceministro dello Sviluppo economico Claudio de Vincenti incontrerà i sindacati in un vertice convocato nella sede del Mise, a Roma. Martedì invece l'incontro con le istituzioni.

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