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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2014 alle ore 10:45.
Snellite le procedure per l'export di vino. Una circolare del ministero delle Politiche agricole ha previsto che l'Ispettorato repressione frodi (Icqrf) consenta ai produttori di trasportare vino alla dogana con i medesimi documenti validi sul territorio nazionale. La documentazione per l'estero invece sarà predisposta direttamente in Dogana, anche in via cumulativa per più produttori o per differenti prodotti, con significativi risparmi di tempo per le imprese.
Si è così risolto un problema nato lo scorso anno col varo delle nuove norme Ue sulla circolazione dei prodotti vitivinicoli che prevedeva la messa a punto da parte delle imprese, e già in cantina, di una nuova documentazione ad hoc per le bottiglie destinate all'export. «Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la semplificazione delle procedure – ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – che inoltre va nel senso di uno dei nostri obiettivi prioritari che è il sostegno all'export».
L'export di vino italiano nel 2013 nonostante il nuovo record di fatturato (con 5 miliardi di euro, +7,3%) ha però registrato un calo delle quantità spedite del 4,4 per cento. Per questo occorre una strategia di rilancio a cominciare da un profondo restyling delle regole sulle esportazioni che coprono oltre il 50% del giro d'affari del vino made in Italy. Proprio in questa ottica ieri l'Agenzia delle Dogane e il Consorzio di tutela della Valpolicella hanno siglato un accordo col quale viene istituito un filo diretto fra Agenzia e imprese export oriented. (G.d.O.)
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