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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2014 alle ore 08:19.

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NOLA
L'Interporto di Nola vara un piano di internazionalizzazione verso e fuori dall'Europa e avvia la promozione della nuova Zona Franca in via di realizzazione. A questo scopo una delegazione dell'Interporto più grande del Sud Italia, guidata dal presidente Gianni Punzo, ha avviato una serie di incontri nelle principali realtà logistiche e Zone Franche del mondo per definire alleanze e joint venture. Si tratta di un progetto elaborato con la supervisione di uno dei massimi esperti mondiali in materia doganale, l'economista Victor Uckmar con lo studio Giordano, e attuato con la collaborazione dell'Ice (Istituto commercio estero). Obiettivo: connettere il sistema logistico di Nola con i principali player del mondo.
La Zona Franca (si veda «Il Sole 24 Ore» del 14 maggio 2013) rappresenta l'ultimo fronte di sviluppo del grande distretto nolano, avendo ottenuto parere positivo dell'Agenzia delle Dogane con provvedimento del 3 maggio 2013, in risposta all'istanza presentata dalla società Interporto Campano, assistita dagli studi Uckmar e Giordano. In questo modo, il distretto – che ha al suo interno stazione ferroviaria, sezione delle Dogane "Napoli Terra", deposito doganale di tipo, impresa ferroviaria privata per il trasporto merci, terminal intermodale per lo stoccaggio e movimentazione delle merci, 30 chilometri di viabilità e aree di sosta e parcheggi per 30mila veicoli tra mezzi pesanti e auto – si prepara a crescere ancora. In via di realizzazione su un'area di circa 100mila metri quadrati, con una potenzialità di movimentazione a regime di 100mila teus.
«Soltanto stringendo accordi di collaborazione con i principiali operatori della logistica internazionale – dice il presidente dell'Interporto, e fondatore del distretto, Gianni Punzo – Napoli potrà tentare di riconquistare il ruolo di importante hub logistico del Mediterraneo».
Il viaggio della delegazione campana toccherà più continenti e permetterà. La prima tappa è stata Rotterdam, primo porto in Europa per movimentazione container, seguita da Brema, Barcellona e Tangeri (dove la zona franca ha quasi moltiplicato per 500 i traffici in soli tre anni). Proseguirà verso Dubai, Pireo, Istanbul, Shanghai, Singapore, Corea e Giappone: realtà che hanno modificato lo scenario logistico mondiale dove ormai fanno scalo principalmente le nuove navi portacontainer da 18mila teus. «Quest'ultima – aggiunge Punzo – è un'occasione molto importante che Napoli non dovrebbe perdere». Ma il patron del Cis Interporto non nasconde preoccupazioni: «Città come Rotterdam, Barcellona e Tangeri, si sviluppano sulla risorsa “mare”, dragando e trasformando rapidamente i propri porti per accogliere le “navi madre di 18mila teu”. Mentre noi, a Napoli, discutiamo di poltrone lasciando da due anni senza guida il porto: la principale risorsa economica del nostro territorio. Così rischiando di perdere investimenti e operatori».
Poi precisa: «Sia chiaro, al momento le visite effettuate non ci vedono perdenti, anzi siamo al passo con i tempi. L'Interporto di Nola ha una struttura all'avanguardia. Ora bisogna intercettare i flussi di merci».
La Zona Franca consentirà di dotare la piattaforma logistica di Nola di una ulteriore infrastruttura necessaria a incrementare la competitività del tessuto imprenditoriale. Oggi il Gruppo Cis-Interporto-Vulcano, che si estende su una superficie di 5 milioni di metri quadrati, conta al suo interno 1.000 aziende con 9mila addetti diretti. Con un centro commerciale all'ingrosso Cis) e uno al dettaglio (Vulcano Buono), con il complesso Interporto.
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9mila
Gli addetti nel distretto
L'area comprende circa mille aziende dislocate su 5 milioni di metri quadri
100mila mq
Crescita ulteriore
L'interporto sta realizzando una ulteriore espansione dell'area
L'ANTICIPAZIONE
Sviluppo strategico
Il Sole 24 Ore del 14 maggio 2013 che dava notizia del progetto zona franca di Nola

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