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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 10:25.
L'ultima modifica è del 25 marzo 2014 alle ore 16:18.

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Avanti adagio. L'export extra-Ue a febbraio recupera su base annua lo 0,5%, crescita che lievità però al 2,1% escludendo dal calcolo l'energia, i cui listini sono in discesa in termini tendenziali.
Sull'export nazionale, che su base mensile destagionalizzata cede il 2%, continua a pesare anche il calo dei listini dell'oro, il cui effetto diretto è visibile nel -16% nelle vendite dirette verso la Svizzera.

A livello settoriale sono in calo energia e prodotti intermedi (dove l'Istat classifica l'oro) mentre crescono in modo deciso le vendite di beni di consumo (+6,3%) durevoli e non e di prodotti strumentali (+5,8%).
Tra i singoli paesi spicca l'ottima performance degli Stati Uniti, in crescita di oltre otto punti, una fortuna per le nostre aziende in un momento in cui Svizzera, Russia e India innestano la retromarcia.
Ottimo risultato anche per la Cina, in crescita del 14,3%, superata però dal balzo di quasi 23 punti per gli altri paesi africani e dalla crescita del 26,3% per i paesi Eda (le economie dinamiche asiatiche; sostanzialmente, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Malesia e Tailandia).

A febbraio le importazioni cedono oltre cinque punti percentuali, spingendo ancora una volta verso l'alto il saldo della bilancia commerciale. A febbraio c'è un attivo di 1,4 miliardi, a fronte di un attivo di 659 milioni nello stesso mese del 2013.

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