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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2014 alle ore 06:37.

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TRIESTE
Una moratoria «di carattere urgente e temporaneo, che durarà 12 mesi e si propone di impedire la prossima semina anche nel caso in cui alcuni imprenditori agricoli dovessero vincere il ricorso, presentato al Tar del Lazio e in discussione il 9 aprile prossimo, contro il decreto interministeriale che ha vietato a tutto il 2014 la coltivazione in Italia del mais Ogm mon810». Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la legge che sbarra la strada agli organismi geneticamente modificati: «Un passo – commenta il vicepresidente regionale, Sergio Bolzonello (Pd) – che pone questa regione all'avanguardia. La nostra volontà è di tutelare un modello di agricoltura basato su una pluralità di produzioni di alta qualità, incompatibile con la monocultura da Ogm. La decisione non è dettata da furore ideologico e non è stata presa sull'onda emotiva dell'estate scorsa di fronte alla semina di mais Ogm da parte di alcuni imprenditori regionali, ma è frutto di un'analisi rigorosa delle prospettive del settore agricolo. Non mettiamo in discussione il principio della coesistenza sancito dall'Unione europea – precisa Bolzonello – ma dimostriamo con evidenza scientifica che in una regione come questa la convivenza fra Ogm e coltivazioni naturali e biologiche è impraticabile». La regione è la prima, in Italia, ad agire con una moratoria. Nei giorni scorsi la presidente Debora Serracchiani aveva definito il territorio «sotto attacco»: qui, dal 2010, l'agricoltore Giorgio Fidenato ha sfidato il vuoto normativo seminando mais Ogm nei campi di Fanna e Vivaro, forte oggi di una sentanza della Corte di giustizia europea e di una assoluzione del tribunale di Pordenone. Sua anche la decisione di citare davanti al Tar del Lazio i ministeri della Salute e delle Politiche agricole per chiedere l'annullamento del decreto interministeriale del luglio 2013. La legge friulana ha come punto cardine l'introduzione delle sanzioni: «Un chiaro segnale che la Regione manda anche a livello nazionale, dato che il decreto interministeriale non prevedeva apparato sanzionatorio rivelando, di fatto, la propria inapplicabilità».
Il fronte anti Ogm esulta: «Esortiamo il governo a intervenire su tutto il territorio nazionale con la medesima garanzia, ben sapendo che diverse regioni si stanno muovendo in modo analogo al Friuli Venezia Giulia che suo malgrado ha dovuto fare da apripista» dice Cristina Micheloni di Aiab. Inevitabili le critiche da Futuragra e Agricoltori federati, pronti ad avviare una causa comune per chiedere i danni alla regione: «Il settore attraversa una crisi senza precedenti e per tutta risposta la politica decide di mettere i bastoni tra le ruote all'innovazione e al miglioramento produttivo ed economico, condannando le imprese agricole italiane a non accedere a tecnologie che permetterebbero rese migliori e prodotti più sani anche per l'ambiente».
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