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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2014 alle ore 06:37.
Fino a un paio di anni fa associare Priolo alla produzione di tablet e alla tecnologia smart sarebbe stato un puro esercizio di fantasia. Oggi invece è realtà come ci racconta Daniele Ferrari, amministratore delegato di Versalis (Eni). La seconda vita di Priolo (Siracusa), a 18 mesi dall'inizio del piano di riconversione tecnologica e industriale, che ha previsto 400 milioni di euro di investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali, comincia con la «razionalizzazione dell'impianto di cracking la cui capacità produttiva è stata portata da 760 tonnellate a 490 introducendo nuovi processi e nuove tecnologie per i forni che hanno consentito un risparmio dell'energia del 30% – spiega Ferrari – e con la maggiore integrazione con il portafoglio con prodotti ad alto valore aggiunto, come le resine idrocarburiche, destinate a settori specialistici, come quelli di adesivi, inchiostri, vernici». Questo avverrà con la valorizzazione dei co-prodotti del cracker (il C5 e il C9) non utilizzati in precedenza, possibile grazie alla partnership con la società americana Neville.
Nei prossimi anni il fabbisogno di resine idrocarburiche – utilizzate anche per sigillare i tablet, per esempio – crescerà del 6-7% secondo gli analisti e l'Italia è uno dei principali importatori di questo prodotto, mentre l'Europa ha un fabbisogno di 350 tonnellate annuo, contro un capacità installata di 250. Ed è proprio in questa sottocapacità produttiva che può inserirsi per Priolo una prospettiva diversa dai continui downsizing del passato. «Dopo la razionalizzazione dell'impianto di cracking di cui è stata conclusa la fase uno che ha previsto 140 milioni di investimenti, a Priolo ci stiamo spostando verso prodotti più tecnologici – dice Ferrari –. Se vogliamo essere meno sensibili alla crisi dobbiamo crearci un profilo più innovativo e specialistico».
Da sito in perdita perenne, Priolo sta diventando un modello, al punto che la società sta pensando di brevettare la rinconversione e oggi riceverà da Federchimica il premio 2013 per "Migliori esperienze aziendali per iniziative di responsabilità sociale" sui temi della salute sul luogo di lavoro, del rispetto dell'ambiente e del welfare. Fattori che insieme al successo della riconversione hanno tirato la volata all'accordo sindacale sulla flessibilità siglato con i sindacati.
«L'ordine di magnitudine», come lo chiama Ferrari, di Versalis, però va ben oltre Priolo. Coinvolge 14 stabilimenti su cui la società ha in corso due miliardi di investimenti, di cui 1,6 proprio in Italia. Nel nostro Paese i siti ormai in uno stato avanzato di riconversione sono Porto Torres e Porto Marghera. A Porto Torres sono stati investiti 500 milioni di euro per la creazione di uno dei più innovativi complessi integrati di chimica verde realizzato con Matrica, la joint venture paritaria con Novamont per la produzione di intermedi chimici bio. «A fine maggio – anticipa Ferrari – prevediamo di avviare la prima parte degli impianti». Anche a Porto Marghera, dove Versalis sta realizzando un investimento di 200 milioni di euro e oltre a mantenere i livelli occupazionali assumerà un centinaio di persone, si sta rispettando la tabella di marcia nell'ottimizzazione dell'impianto di cracking con interventi di saving energetici, sul modello di Priolo, e in una nuova iniziativa di chimica verde con la società americana Elevance Renewable Science per bio-intermedi chimici da oli vegetali destinati a settori come la detergenza e la cosmesi.
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