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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2014 alle ore 16:04.

Se ne parla dal 2007 e si prevedeva di realizzarli entro il 2013 con un piano di investimenti pubblici da 270 milioni di euro, sfruttando le risorse del VII programma quadro. Ma i tecnopoli dell'Emilia-Romagna restano a oggi una grande incompiuta. E Bologna - che con il megaprogetto da 198 milioni di euro nell'area dell'ex Manifattura Tabacchi doveva essere l'hub centrale della rete regionale dei dieci centri di ricerca con 50 laboratori e 1.800 ricercatori - saluta ora come un gran successo lo sblocco di un progetto varato nel 2008 e che si pensava di inaugurare quest'anno. Sblocco annunciato questa settimana dalla Sovraintendenza bolognese che apre la prospettiva di avviare i cantieri nel 2015 (forse).
Il progetto di riconversione
Per ora c'è l'impegno di Regione, Comune e Provincia di Bologna ad arrivare al bando di gara per il primo stralcio di interventi da 58 milioni di euro nell'ex area industriale entro due mesi. Dopo cinque anni persi nei meandri delle autorizzazioni e della procura, per cancellare dalle planimetrie due torri ritenute troppo invasive e per chiudere un'inchiesta sul sospetto lievitare dei costi. Il progetto firmato dagli architetti dello studio tedesco Gmp di Von Gerkan, Marg und Partner è pronto da due anni e prevede la trasformazione della vecchia Manifattura Tabacchi a nord della città (acquistata dalla Regione nel 2009 dalla multinazionale del tabacco Bat per 22 milioni) in un parco tecnologico di 110mila metri quadrati per uffici e laboratori pubblici e privati, oltre a padiglioni espositivi, un piccolo centro congressi, una foresteria, una mensa-ristorante e altri servizi.
I prossimi step
Il nulla osta della Sovrintendenza non è certo l'ultimo ostacolo burocratico sul cammino del tecnopolo bolognese. «Ora il progetto deve essere inserito nel piano operativo comunale e va aperta la conferenza dei servizi per poi arrivare alla gara pubblica per affidare i lavori. Il nostro obiettivo - precisa la vicepresidente della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera – è fare il bando prima dell'estate. Si tratta di un'opera strategica per il capoluogo e non solo». A portare avanti il progetto (che prevede la creazione di 12 laboratori tra meccanica dei materiali, costruzioni, scienze della vita, energia-ambiente, Ict e design) sarà, tecnicamente, la Finanziaria Bologna metropolitana, società inhouse di Comune, Provincia, Camera di commercio e Università di Bologna e Regione. Per ora è stato finanziato il primo stralcio da 58 milioni di euro per la realizzazione dei padiglioni in cui si insedieranno Arpa, Protezione civile, Enea, T3Lab e una parte degli Istituti ortopedici Rizzoli. Nessuno azzarda i tempi per il secondo stralcio, da 5.600 metri quadrati, che comprenderà i servizi complementari e gli spazi per Aster (l'ente coordinatore dell'intera rete Alta tecnologia dell'Emilia-Romagna), Lepida e alcuni laboratori universitari.
Una rete rimasta sulla carta
Solo il tecnopolo per la meccatronica di Reggio Emilia, sui dieci in programma, è già stato ufficialmente inaugurato, lo scorso ottobre. Una settimana fa è stato tagliato il nastro del primo dei quattro laboratori – TekneHub, dedicato alle costruzioni – che andranno a comporre il Tecnopolo di Ferrara. Tre giorni fa si è posata la prima pietra del centro di ricerca a Cesena; quello di Modena, dentro al polo universitario, è in via di costruzione, così come il parco di Piacenza. A Rimini i lavori per trasformare l'ex Macello in un polo hi-tech per la moda non termineranno prima di fine 2015. Il polo aeronautico di Forlì è fermo alle firme. Della cittadella nautica di Ravenna e del polo di ricerca agroalimentare di Parma si sono perse le tracce.
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