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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2014 alle ore 06:37.

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POMPEI
Qualche passo in avanti c'è stato, ma resta la consapevolezza che spendere l'intera dote del Grande progetto Pompei cofinanziato dall'Unione europea entro il termine di giugno 2015 è una mission impossible. Una consapevolezza diffusa della quale, giusto un mese fa, si fece per un attimo interprete il soprintendente Massimo Osanna.
«Serve una proroga», disse nel giorno dell'insediamento ai piedi del Vesuvio, salvo poi fare dietrofront l'indomani, quando da Bruxelles fecero notare all'Italia che, anche a proposito della programmazione europea, pacta sunt servanda. «Sono stato equivocato», precisò allora l'archeologo, sottolineando che non spettavano a lui considerazioni sull'avanzamento del piano. Ma in quel rapido sfogo aveva centrato il problema: 105 milioni rappresentano una cifra abnorme da spendere, se consideriamo i tempi stringenti. Un punto rapido sul Grande progetto lo ha fatto ieri il direttore generale Giovanni Nistri: «Solo per quanto riguarda il Piano delle opere, il più ingente con 85 milioni appostati, sette gare sono state aggiudicate, altre sei e un'altra ancora sono in corso di aggiudicazione». L'ultimo bando di gara pubblicato e l'unico ancora aperto (scade il 28 aprile) è anche il più cospicuo, con un importo di otto milioni: si tratta del Piano della conoscenza che, ha assicurato Nistri, «si concluderà a giorni. Per il Piano sicurezza – ha aggiunto il generale dei carabinieri – saranno portati a bando entro fine aprile i progetti che riguardano recinzione e illuminazione del sito, più quello di videosorveglianza. Nel complesso – ha aggiunto il direttore generale specificando che il dato non è aggiornatissimo – sui 105 milioni disponibili al momento sono impegnati in asta circa 40 milioni». Magro il dato dei cantieri consegnati: la sola Casa del Criptoportico, per un investimento di 853mila euro, cui a breve dovrebbe aggiungersi la Domus delle Pareti Rosse. Sarà un'impresa titanica onorare gli impegni con Bruxelles e qualcuno nei corridoi della soprintendenza già mormora che dietro il "gran rifiuto" di Fabrizio Magani, sfilatosi dall'incarico di vice dg («Gli ho chiesto di continuare a occuparsi dell'Aquila», ha motivato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini) ci possa essere il timore di una debacle. Si sa che a Pompei – ieri tribuna dei comizi di Beppe Grillo - si pensa spesso e volentieri male.
@MrPriscus
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LE CIFRE IN CAMPO
105 milioni
La dote
Il Grande progetto Pompei, confinanziato dalla Ue mette a disposizione molte risorse, ma con la prescrizione di impiegarle entro giugno 2015
85 milioni
Il Piano delle opere
È la voce più ingente tra le varie previste dal Grande progetto: sette gare sono già state aggiudicate e altrettante stanno per esserlo

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