Per presidiare la Terra dei fuochi scende in campo l'Esercito

Da ieri un centinaio di uomini e e donne dell'Esercito stanno presidiando la Terra dei fuochi. Si tratta di militari già impegnati nell'operazione Strade sicure che avranno ora anche il compito di prevenire e reprimere i reati ambientali, in particolare lo sversamento incontrollato di rifiuti e i conseguenti roghi illegali.

Sale così la presenza dei soldati in questo territorio. I cento soldati si vanno infatti ad aggiungere ai 540 soldati del 19° reggimento già impegnati nel territorio di Napoli e di Caserta per la lotta alla malavita.

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L'Esercito nella "Terra dei fuochi"

Le pattuglie dell'Esercito opereranno in stretta collaborazione con le forze di polizia e saranno coordinate dal secondo Comando delle forze di difesa di San Giorgio a Cremano. Quest'ultimo è il comando dell'Esercito che gestisce circa tre mila militari impegnati appunto in «Strade Sicure» nel centro-sud Italia, operazione questa iniziata il 4 agosto 2008 e che vede impegnati oltre quattro mila militari dell'Esercito con le forze di polizia su tutto il territorio nazionale da Chiomonte a Lampedusa, con compiti di vigilanza e sorveglianza agli obiettivi sensibili (porti, aeroporti, ambasciate) e di contrasto alla criminalità nelle principali aree urbane del Paese.

Usata per la prima volta in un rapporto di Legambiente del 2003, la definizione Terra dei fuochi è diventata famosa dopo che ne ha scritto Roberto Saviano in Gomorra. Sono oltre mille chilometri quadrati che comprendono 57 comuni (33 in provincia di Napoli, 24 in provincia di Caserta) e nei quali vivono circa 2 milioni e mezzo di abitanti.

Di recente le dichiarazioni (secretate per oltre un decennio) del pentito, Carmine Schiavone, hanno svelato come la Camorra ha trasformato questa zona in una discarica a cielo aperto, soprattutto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiale acido.

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