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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 10:55.

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Otto assunzioni in pochi mesi, di cui sette a tempo indeterminato. A Fregona – 3.200 abitanti, in provincia di Treviso – si tirano le somme del "progetto comunale di incentivazione all'occupazione", deliberato il 17 gennaio 2014. Destinatari, inoccupati e disoccupati iscritti ai centri per l'impiego residenti nel piccolo comune alla data di pubblicazione del bando, ma anche persone in cerca del primo lavoro, o con un contratto a tempo in scadenza.

Per i datori di lavoro, un contributo forfettario che va da 3mila euro (tempo indeterminato, full time) a 600, 1.200 e 2.400 euro per periodi di tre, sei o 12 mesi.
Soldi provenienti dalla rinuncia del sindaco al proprio compenso, circa 1.900 euro lordi al mese: «Da sempre ho destinato buona parte di quella cifra a opere sociali – spiega Giacomo De Luca – E ora che l'emergenza è il lavoro, abbiamo pensato a un modo per sostenerlo». Una mossa che strizza l'occhio al consenso? «Io sono a fine mandato, non rieleggibile. E sono un pensionato: dopo tanti anni di lavoro è bello poter restituire qualcosa al territorio al quale appartieni».
Il modello Fregona è stato studiato con la collaborazione di un ex direttore dell'ufficio lavoro di Vittorio Veneto e con l'assessore al Bilancio, Marco De Conti e Laura Buso. Ed è a prova di furbi: «L'erogazione del contributo al datore di lavoro richiedente – si legge nel bando – avverrà a conclusione di ciascun periodo di assunzione, previo accertamento tramite presentazione di idonea documentazione dell'effettivo lavoro svolto e dei relativi pagamenti degli stipendi». Contributi cumulabili con qualsiasi altro tipo di agevolazione in corso, peraltro.

Il progetto è stato pubblicizzato sul sito comunale, ma gli stessi ideatori hanno contattato le aziende una ad una per presentarlo. All'appello hanno risposto un'azienda alimentare che produce pizze e medita di allargare la propria attività, una ditta di costruzioni, una che produce torni e anche la latteria sociale. Tanto che ora quel fondo, circa 30mila euro, è quasi finito. «Sarebbe bello trovare il modo di rifinanziarlo, ma in tempi di spending review non è facile – spiega il primo cittadino, che pensa anche a non mettere in difficoltà il suo successore: «Nessuno dovrà sentirsi tenuto a fare come me: essere il sindaco è un mestiere difficile, a tempo pieno, il compenso che ne deriva è più che giustificato».

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