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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2014 alle ore 18:05.
L'ultima modifica è del 12 aprile 2014 alle ore 18:06.

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Un investimento di 20 milioni di euro per un nuovo stabilimento produttivo ad Hanoi e l'ingresso a gamba tesa in Sudafrica, con l'acquisizione del 100% del secondo player locale del settore, Heat Tech Geysers. Sono le due operazioni straordinarie ufficializzate ieri da Ariston Thermo per rafforzare la crescita e la presenza globale, presidiando i mercati a più rapido sviluppo. A partire dal Vietnam, mercato in cui il brand fabrianese è già leader e sinonimo di scaldacqua, dove ora punta al raddoppio della propria presenza per conquistare da lì nuove quote in tutto il Sud-Est asiatico.

L'export del gruppo anconetano leader negli impianti di riscaldamento acqua e ambienti è arrivato a toccare l'89% dei 1.335 milioni di ricavi consolidati 2013 (+2,4% in un anno a perimetro costante), con un Ebitda adjusted salito del 7,6% a 141 milioni e un utile netto schizzato in alto del 24% a 62 milioni di euro. Una rivincita per il fratello meno famoso della dinasty Merloni, Francesco, che ieri non solo ha inaugurato la fabbrica di Hanoi – 50mila metri quadrati dove lavoreranno 300 persone e si produrrà fino a un milione di scaldacqua elettrici – ma ha anche presentato un consuntivo da fare invidia alla Indesit di Vittorio, che si è dovuta accontentare di tre milioni di euro di utili (erano 62 l'anno prima) e di ricavi in calo di oltre 7 punti nel 2013. Con la certezza, almeno per ora, che l'ex Merloni Termosanitari resterà un marchio italiano in mani italiane, perché internazionalizzazione in casa Ariston non è sinonimo di delocalizzazione: un terzo della produzione si continuerà a realizzare negli otto stabilimenti dello Stivale (sui 22 worldwide) garantendo lavoro a 1.500 occupati (sui 6.600 nel mondo). Uno stato di salute che si evince anche dal trend in ascesa degli investimenti in R&S, saliti l'anno scorso a 61 milioni di euro dai 58 milioni del 2012.

Non parla di cifre dell'operazione Paolo Merloni, figlio del patron Francesco, presidente di Ariston Thermo, ma conferma che la recentissima acquisizione del 100% di Heat Tech Geysers, secondo player nel mercato sudafricano degli scaldacqua (15 milioni di fatturato e 150 occupati), è un tassello di una politica di acquisizioni che non si fermerà nel 2014 e che guarda ora con interesse al Nord America e al Giappone, mercati scoperti. Il gruppo è oggi presente in 31 Paesi e vende in 150 nazioni con i marchi Ariston, Elco, Chaffoteaux e Racold.

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