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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2014 alle ore 19:00.

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I giovani imprenditori del Nordest ripartono dall'unica strada possibile: il "Si può fare", ribadito dai comitati regionali di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna riuniti al terminal passeggeri di Venezia.

«Il nuovo rinascimento del manifatturiero italiano parte dai territori del nostro Paese e si riafferma nel mondo attraverso il digital manifacturing», dice Enrico Berto, presidente dei Giovani imprenditori del Veneto.

Le nuove tecnologie aprono a flessibilità produttiva e personalizzazione dell'offerta, nuovi modelli organizzativi e distributivi che diventano possibili grazie al web, creatività e design ad alta tecnologia. Sono solo alcune delle potenzialità legate alla svolta digitale del manifatturiero tradizionale.

È la sfida su cui si gioca il futuro dell'economia italiana e che sta facendo emergere una nuova generazione di piccole e medie imprese proiettate in una dimensione globale. Superando le tradizionali divisioni. «Aver distinto tra un'economia digitale e un'economia manifatturiera in Italia è stata una scelleratezza» dice Stefano Micelli, docente di Economia e gestione delle Imprese al dipartimento di management dell'Università Ca' Foscari di Venezia: «Noi non vendiamo solo artigianato e tradizione, ma anche design e innovazione tecnologica con un nostro segno tipicamente italiano che la Rete può e deve saper raccontare. Bisogna procedere sempre più verso un'ibridazione tra esperti di tecnologia e mondo manifatturiero. Si doveva fare da tempo, ma ora più che mai non dobbiamo e non possiamo perdere questo treno».

Dopo la speciale edizione 2013 del convegno tenuta a Mirandola, località simbolo del sisma che ha colpito l'Emilia Romagna, la giornata veneziana è stata pragmatica, dedicata al rilancio del nuovo manifatturiero italiano che parte dal Nordest per rilanciare l'economia del Paese. Così i prodotti nati da realtà artigianali e spesso di dimensioni non necessariamente elevate possono riappropriarsi di personalizzazioni, storie e contenuti, dopo un passato che al contrario ha messo in prima linea il tema della marca, dei prodotti e dei commerci globali. Vale per l'agroalimentare, ma più in generale per design, moda, macchinari utensili e altri settori.

Questo è quanto il mercato internazionale oggi richiede, ma per cogliere le potenzialità di questi nuovi strumenti di produzione è necessario ripensare i modelli organizzativi e gestionali consolidati. La rete ha già inciso sul modo di lavorare, ma in molti casi le nuove tecnologie si sono limitate a "vestire" un modello produttivo e gestionale ancora profondamente radicato sui presupposti della fabbrica tradizionale senza mettere in discussione il processo produttivo in senso stretto, le sue logiche e, soprattutto, le sue rigidità.

I protagonisti di questa nuova rivoluzione manifatturiera dovranno trarre il massimo vantaggio dalle trasformazioni in atto. «Sostenere la capacità competitiva delle imprese, soprattutto le piccole e medie, spesso guidate da giovani imprenditori, è il compito principale che mi sono posta – afferma Federica Guidi, ministro allo Sviluppo economico – e gli strumenti che stiamo attivando sono numerosi e concreti: la nuova Sabatini, il Fondo di garanzia, il credito d'imposta per la ricerca e sviluppo, il contributo alla diffusione di strumenti di finanziamento alternativi a quelli bancari tradizionali. E infine quella che chiamo la regulatory review, una vasta opera di semplificazione normativa che aiuti a rimuovere gli infiniti ostacoli burocratici che affliggono la vita quotidiana di chi intraprende».

Per Jacopo Morelli, presidente nazionale dei Giovani imprenditori «servono segnali positivi, e modifiche concrete e immediate del fisco, soprattutto eliminando un'Irap che a oggi pare del tutto ingiustificata e regressiva per le imprese». E augurando buon lavoro al suo successore, Marco Gay, che gli succederà fra poche settimane: «Dovrà affrontare il tema delle riforme istituzionali, a partire dalla legge elettorale e dal bicameralismo, incidendo con precisione e grande equilibrio». (B.G. )

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