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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2014 alle ore 15:52.
L'ultima modifica è del 12 aprile 2014 alle ore 16:20.

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POMPEI - Settimana di passione per i turisti che per Pasqua hanno messo in preventivo una vista agli scavi di Pompei. Che intanto (si vedano le foto) registrano nuovi "attacchi" alla loro integrità: da un lato i danni alle strade di epoca romana causati dai "dumper" grossi mezzi impiegati nei cantieri; dall'altra cadono pure parti della controsoffittatura della sede della Soprintendenza.

Sembra proprio che gli uffici della Soprintendenza, infatti, non vivano una situazione diversa da quella degli scavi, tanto che anche nel prefabbricato si sono verificate forti infiltrazioni di acqua e adesso anche cadute delle controsoffittature. E come se non bastasse, se una volta le guide facevano osservare ai turisti le tracce lasciati dai carri lungo le strade degli scavi, ora faranno fatica a spiegare ai visitatori che le modernissime tracce dei dumper da cantiere che circolano tra le antiche mura.

Tornando all'agitazione sindacale, le rappresentanze di Cgil, Cisl, Filp e Unsa hanno infatti indetto, da giovedì 17 aprile a lunedì in albis (21 aprile), cinque giorni di assemblee sindacali dalle 8.30 alle 11 nell'auditorium dell'area archeologica. Con tutte i contraccolpi negativi del caso sul piano della fruibilità del sito.

La richiesta degli spazi per gli incontri dei lavoratori è stata formalizzata giovedì, con una lettera al soprintendente Massimo Osanna che individua, al primo posto tra i temi all'ordine del giorno, il «mancato accordo per l'apertura al pubblico di nuove domus agibili». Il riferimento è alle case di Trittolemo, Frontone e Romolo e Remo, la cui riapertura - annunciata da Osanna poche settimane dopo il suo insediamento - doveva un po' essere il banco di prova della nuova gestione. Il tutto lavorando nel solco del «progetto di miglioramento dei servizi culturali e amministrativi» per il quale si era giunti a un'intesa con le parti sociali che a Natale aveva assicurato una fruizione migliore.

Alla presa di posizione ieri ha fatto seguito una convocazione da parte del soprintendente per un incontro, programmato per lunedì, che dovrebbe ruotare proprio intorno ai temi delle riaperture, della flessibilità dei dipendenti e del controllo sui mezzi di trasporto materiali che partecipano alle attività dei cantieri. Argomento caldo anche quest'ultimo: sulle strade della città antica, alle celebri tracce dei carri romani, con i cantieri del Grande progetto, si affiancano infatti le tracce dei copertoni dei moderni dumper. La soprintendenza, nell'atto di convocazione, specifica comunque che le tre domus riapriranno da giovedì 17.

Tra i motivi d'attrito con il sindacato, anche il fatto che non ha ancora avuto luogo il confronto sulla convenzione con Ales, società in house del ministero dei Beni culturali che assicurerà 30 nuovi addetti a tempo determinato per funzioni di supporto. Le sigle avevano chiesto di leggere in anticipo il testo, ma non è ancora arrivato: pare perché Ales - il cui azionista unico è il Mibact - stia incredibilmente attraversando la trafila della certificazione anti-mafia.

Circolano indiscrezioni sulle fonti di finanziamento della convenzione: si potrebbe attingere ai fondi del Grande progetto destinati al Piano di rafforzamento tecnologico e di capacity building. Se non altro sarebbe una via per velocizzare la spesa dei 105 milioni che procede a passo di lumaca. Il dg Giovanni Nistri ancora attende il successore del suo vice Fabrizio Magani che la scorsa settimana ha dato forfeit, ma intanto comincia a costituirsi la task force di 20 addetti. Crolli nelle domus per fortuna, da un mese a questa parte, non se ne sono registrati ma ieri ha ceduto un pannello del prefabbricato che ospita la soprintendenza.
Twitter: @MrPriscus

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