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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2014 alle ore 11:23.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2014 alle ore 12:24.

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(Ansa)(Ansa)

Più volte, nel corso di questi primi due mesi da ministro dei Beni culturali, si è sottratto alla «vetrina» suggestiva quanto pericolosa del sito archeologico meglio conosciuto e peggio conservato del mondo. Quest'oggi però Dario Franceschini sul tema Pompei ci mette una volta e per tutte la faccia. Atteso intorno alle 11 agli scavi per presiedere la cerimonia di apertura al pubblico delle domus di Trittolemo, Frontone e Romolo e Remo, il ministro al suo arrivo ha voluto pagare il biglietto di ingresso per sè e per le cinque persone del suo staff, esattamente come aveva fatto il cancelliere tedesco Angela Merkel. Poi ha incontrato in auditorium i dipendenti conquistandone l'applauso: «L'apertura pasquale ha detto è un'occasione che non perdere». Le tre domus (riaperte grazie all'accordo con i sindacati di lunedì scorso) ha assicurato il ministro «restano aperte fino a Pasqua. Saranno necessari nuovi accordi sindacali per tenerle aperte successivamente». Quanto alla possibilità di un coinvolgimento dei privati Franceschini ha spiegato che «si lavora a una convenzione tipo sul modello di quella dell'Herculaneum Conservation Project finanziato da Packard a Ercolano. Le sponsorizzazioni non saranno sostitutive dell'intervento pubblico ma dovranno affiancarsi a esso». Mentre per la spesa dei 105 milioni cofinanziati dall'Ue il ministro manda messaggi di rassicurazione a Bruxelles: «Lavoriamo per rispettare i tempi. Non sarà facile ma stiamo lavorando per questo».

Sempre dunque essersi aperta positivamente una giornata fitta di appuntamenti. Primo atto della sua visita ufficiale sarà un briefing con il direttore generale del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato da Bruxelles Giovanni Nistri, lo staff di quest'ultimo e il soprintendente Massimo Osanna. Numerosi i temi sui quali è atteso al varco a proposito di Pompei, a cominciare da quelli più stringenti, come la a sostituzione di Fabrizio Magani, già vice di Nistri che qualche settimana fa si è sfilato dall'incarico scegliendo di rimanere alla direzione dei Beni culturali dell'Aquila, a quelli di respiro più ampio, come la necessità di accelerare la spesa dei fondi europei per il sito e la ridefinizione delle regole di sponsorizzazione. «Stiamo pensando ad una ridefinizione del quadro normativo per gli appalti per i beni culturali – aveva detto in questi giorni il ministro -, nel rispetto delle regole comunitarie e della normativa sulla trasparenza e la legalità.

Dobbiamo superare una volta per tutte la contrapposizione ideologica fra pubblico e privato nella cultura. Vorremmo introdurre una convenzione tipo, adeguata a tutti gli atti di liberalità, e al contempo varare una legge che preveda forti incentivi fiscali a privati e imprese che collaborino al recupero del nostro patrimonio». Quanto ai possibili sponsor, Franceschini ha detto: «Ho ricevuto l'ambasciatore del Kuwait, lo sceicco Ali Kahled Al-Sabah. Il loro interesse nei riguardi di Pompei è forte e sincero. Questi incontri, però, saranno sicuramente più produttivi quando avremo elaborato la convenzione tipo. A quel punto non ci saranno più scuse, i gruppi stranieri, così come le imprese italiane che in questi ultimi tempi hanno annunciato alla stampa la loro intenzione di sostenere Pompei, troveranno interlocutori certi e strumenti affidabili».

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