Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 17:23.
L'ultima modifica è del 18 aprile 2014 alle ore 17:31.

My24

Il progetto Ombrina Mare «non è compromesso, sono state già avviate le procedure per la richiesta dell'Autorizzazione Integrata Ambientale». La Medoil Gas, la società controllata dall'inglese Mediterranean Oil & Gas titolare della concessione per la ricerca petrolifera al largo delle coste abruzzesi dal 2005, reagisce così alla sentenza del Tar del Lazio che non ha accolto il ricorso finalizzato all'ottenimento del decreto VIA senza l'obbligo di preventivo ottenimento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia).

La società «per difendere i principi di certezza del diritto nei confronti dei propri azionisti internazionali» annuncia che «si riserva di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar». Secondo la stessa Medoil, inoltre, la decisione del Tribunale amministrativo «non incide sull'iter autorizzativo del progetto, avendo Medoilgas Italia già quasi ultimato gli studi propedeutici all'avvio della procedura di Aia a cui non ha mai pensato di sottrarsi», spiega in una nota. «Ombrina è un progetto sicuro, compatibile con l'ambiente, in grado di portare sviluppo al territorio e di contribuire ad una maggiore indipendenza energetica dell'Italia», precisa Sergio Morandi, amministratore delegato di Medoilgas Italia.

La compagnia era ricorsa ai giudici amministrativi, perché aveva ritenuto contraddittorie due diverse comunicazioni ricevute dal ministero dell'Ambiente: la prima, dell'ottobre 2012, in cui si diceva che la Via non necessitava di Aia anche per non dare luogo a un aggravio procedimentale in contraddizione con le norme sulla semplificazione; la seconda, del luglio 2013, in cui si affermava il contrario, ovvero che per il rilascio del Valutazione Integrata Ambientale era necessario il preventivo completamento della procedura AIA. Secondo i giudici, il comportamento del ministero dell'Ambiente, guidato all'epoca da Andrea Orlando, è stato corretto. Secondo il Tar, la zona interessata dal progetto rientra in una zona sottoposta a tutela quale "bene culturale primario", in base a una legge della regione Abruzzo. Secondo la legge regionale n.93 del 1994, sono tutelati «i trabucchi e il loro intorno, compreso il tratto di mare che concorre a formare il quadro di insieme». Questa disposizione, scrivono i giudici, «non può ritenersi non entrata in vigore in ragione della mancanza della perimetrazione» del Parco Trabocchi. Considerazioni che, da quanto trapela dalla società, non rientrano nella valutazione del ricorso.

Soddisfazione per la sentenza, invece, è stata espressa da parte dei sindaci interessati dall'opera. «La sentenza è un successo straordinario», dice il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. Soddisfatti anche le associazioni ambientaliste che però avvertono che «la lotta contro il progetto continua e non abbasseremo la guardia».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi