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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 09:54.
L'ultima modifica è del 24 aprile 2014 alle ore 10:01.

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Bedonia (Parma) – Il brand per la conquista dei mercati esteri è stato lanciato tre anni fa in Francia. Un successo in sordina. Ma ora per la Ferrari Giovanni Spa, storica azienda famigliare del settore food (produce formaggi di qualità, a partire dal Parmigiano Reggiano), il nuovo marchio è diventato l'architrave dell'espansione oltreconfine. Il primo traguardo è il consolidamento, con l'acquisizione di nuove fette di mercato, in mercati storici come il Regno Unito e il Belgio.

Poi ci sono i nuovi bacini commerciali appena testati - dagli Stati Uniti alla Svizzera a Dubai a Singapore -, e le nuove frontiere: Russia e Paesi dell'Est Europa. Con il brand Giovanni Ferrari – logo con losanga tricolore, per rappresentare le eccellenze alimentari del made in Italy – l'azienda della provincia di Lodi (il quartiere generale è a Ossago Lodigiano) punta a triplicare la produzione destinata all'estero, ora pari al 15% del totale. Un obiettivo da raggiungere nel breve e medio periodo, entro i prossimi due o tre anni. "Alcuni nostri prodotti come il Parmigiano Reggiano prodotti da agricoltura di montagna – spiega Laura Ferrari, amministratrice delegata – hanno carattere di eccellenza. Ma il valore non è dato solo da questo. E' dato anche dalla cura del territorio garantita dalle produzioni agricole, soprattutto nelle aree di montagna". Un doppio messaggio. Alta qualità da un lato, valorizzazione dell'italianità attraverso una lunga storia aziendale dall'altro.

Con questo nuovo sigillo l'impresa famigliare, costituita nel 1823, ha stretto una partnership con la multinazionale francese Bongrain riuscendo a far schizzare le esportazioni, nel 2013 sono aumentate del 145% rispetto all'anno precedente. Un boom raggiunto grazie a una produzione dislocata su tre stabilimenti. Oltre a quello lodigiano, il caseificio di Fontevivo, nel Parmense, e quello di Bedonia, sempre in provincia di Parma, sui monti dell'alta valle del Taro. Proprio quest'ultimo stabilimento – un volume annuo di produzione pari a 73mila quintali di latte conferito dai produttori agricoli della zona – ha ricevuto la visita del presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo, Paolo De Castro, tappa di un tour tra le imprese agricole della comunità montana. "Il nostro piano di sviluppo all'estero – spiega Laura Ferrari – si inserisce nel solco del grande successo crescente dei prodotti alimentari made in Italy". Tutto nell'ambito del progetto europeo Fromage d'Europe, che coinvolge anche aziende svizzere e olandesi. Con 170 dipendenti e un fatturato di 140 milioni, l'azienda (specializzata nei prodotti porzionati e grattugiati) ha scelto, anche sui mercati esteri, di non rimanere confinata nei piccoli templi dedicati alle eccellenze, ma di fare il proprio ingresso nella grande distribuzione organizzata. Scelta fatta non solo in Italia ma anche nei Paesi dove è presente da anni e in quelli, come la Germania, dove ha appena debuttato con il nuovo brand.

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