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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 14:56.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2014 alle ore 14:57.

A due giorni dall'installazione del primo "pezzo", Costa Crociere sospende il montaggio dei cassoni destinati al rigalleggiamento della Costa Concordia, e i tempi di rimozione della nave da crociera dall'Isola del Giglio (dove è naufragrata la notte del 13 gennaio 2012) inevitabilmente si allungano. Con l'effetto – inatteso – di fare un doppio favore alle istituzioni (e all'economia) della Toscana: al sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, che da tempo va ripetendo che la rimozione della nave nel mese di giugno avrebbe danneggiato la stagione turistica dell'isola dell'arcipelago toscano; a Piombino e alla Regione Toscana, che spingono per smantellare l'imbarcazione nel porto della città siderurgica, il più vicino al Giglio, interessato però da pesanti lavori di riqualificazione e scavo dei fondali (valore 102,8 milioni, gara vinta dalla cordata Cmc-Sales) che non si concluderanno prima dell'autunno, e che ora rientra in gioco nel risiko dei porti di destinazione del relitto.
Anche se la mossa a sorpresa di Costa Crociere, pur spazzando via le polemiche delle settimane scorse sui tempi di rimozione, non scioglie ancora il nodo del porto che accoglierà la nave (in ballo, oltre a Piombino, sono Genova e la Turchia), che dovrebbe essere indicato da Costa Crociere entro maggio. Piuttosto, la sospensione del montaggio dei cassoni – che è stata comunicata da Costa Crociere all'Osservatorio sul recupero della Concordia diretto da Maria Sargentini "in attesa di poter fornire una documentazione completa sull'operazione" - si spiega con la necessità (richiesta dallo stesso Osservatorio) di trattare in sicurezza per l'ambiente le acque interne rimaste nella nave, e col fatto che le possibilità di intervento cambiano una volta che i cassoni sono stati montati. E infatti l'Osservatorio, che fa capo alla Regione Toscana, ha chiesto a Costa di conoscere i rischi legati alle scelte di trasporto dello scafo della Concordia: traino e Vanguard, fino all'eventuale rinuncia di Costa all'uso della piattaforma. A quelle scelte – spiega una nota dell'Osservatorio - è legato il problema delle acque interne residue, della loro bonifica e del tipo di trattamento in sicurezza per il mare del Giglio e in generale per l'ambiente.
Solo quando si sarà sciolto il dilemma del trasporto dello scafo, dunque, si potranno decidere gli interventi di bonifica e trattamento delle acque e, di conseguenza, i tempi di installazione dei 18 cassoni mancanti (per adesso ne è stato installato solo uno sul lato di dritta, destinato ad accoglierne in tutto 15, mentre quattro cassoni andranno a integrare gli 11 installati da mesi sul lato di sinistra) per permettere il rigalleggiamento.
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