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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 13:15.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2014 alle ore 13:16.

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Un italiano su tre (il 28%) dichiara di non rinunciare a viaggi e vacanze, una voce che, rispetto al quarto trimestre 2013, fa segnare un incremento di 5 punti percentuali, pur se in un periodo di spending review. È quanto emerge dall'inchiesta Global Consumer Confidencé di Nielsen sul primo trimestre 2014, eseguita su un campione di 29mila individui in 60 Paesi del mondo.

«Dalla fotografia scattata da Nielsen attraverso la Consumer Confidence - ha dichiarato Giovanni Fantasia, a.d. di Nielsen Italia - si evidenzia una skyline dell'atteggiamento della popolazione che, rispetto al 2013, presenta segnali di discontinuità in territorio positivo. Ci riferiamo, per esempio, alla ritornata voglia degli italiani a viaggiare, (ci stiamo avvicinando ai livelli 2010/2011), piuttosto che alla diminuzione delle azioni di risparmio sui marchi alimentari».

Fantasia aggiunge che «allo stesso tempo, non é da trascurare, come emerge dal nostro survey, che solo il 4% degli italiani ha messo in cima alla scala delle proprie preoccupazioni la stabilità politica del Paese. Era il 10% un anno fa. È quanto mai importante, allora, mettere in luce quei fattori che inducano a pensare che il Paese stia uscendo dal lungo periodo di crisi, così da rimettere in moto la macchina dei consumi. Al primo posto tra le preoccupazioni degli italiani dichiarate dal campione Nielsen figura quella relativa alla sicurezza del posto di lavoro (28%, +3 punti percentuali verso il quarto trimestre 2013). Segue l'apprensione per la situazione economica del Paese, pari al 12% (-4 punti rispetto al quarto trimestre 2013).

La salute, a pari merito con l'ansia di saldare i debiti, preoccupa il 9% del campione, mentre i problemi legati alla famiglia, come l'educazione dei figli e il loro benessere, impensieriscono il 6% degli italiani, così come l'equilibrio tra vita privata e lavoro. Una volta pagate le spese essenziali, il 35% degli italiani cerca inoltre di mettere 'fieno in cascinà, risparmiando come e dove può. Da tale orientamento al risparmio deriva la decisione di tagliare su determinate voci: abbigliamento (il 63% degli intervistati), ristorante (61%), cinema e concerti (59% degli intervistati). Seguono poi azioni di risparmio su weekend fuori porta (46%) e sull'auto, mentre il 40% posticipa l'acquisto di beni per la casa. Dopo le spese essenziali un italiano su 4 (il 26%, era il 27% nel quarto trimestre 2013) a fine mese rimane senza soldi da risparmiare, spende cioé tutto lo stipendio.

In queste condizioni in Europa mediamente si trova il 21% del campione, 5 punti percentuali in meno rispetto all'Italia. Tuttavia, l'Italia risulta in linea con Paesi come Spagna e Gran Bretagna (entrambi al 25%). Risulta infine un incremento di quanti investono in azioni o fondi (9%, +3 punti percentuali). Quanto alle opinioni su una possibile uscita dalla crisi e dalla spirale recessiva risultano in linea con quanto rilevato a livello europeo. Per sei italiani su dieci la crisi non verrà superata nei prossimi dodici mesi (Europa il 59%).

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