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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 13:23.

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Tramandate di padre in figlio sono quelle imprese che hanno saputo affrontare maggiori rischi e difficoltà sopravvivendo alle guerre mondiali e alla crisi economica. Le aziende storiche italiane - prevalentemente del settore agroalimentare italiano - puntano sul loro marchio per conquistare la comunità di clienti che non cambia mai bottega. Da Varese arriva un modello di crescita per l'economia locale con la realizzazione di un museoweb delle imprese storiche.

Dal focus di Ismea e di Unioncamere emerge che su 100 euro di spesa in prodotti agricoli a rimanere in tasca dei produttori, escludendo salari e ammortamenti, è solo 1,8 euro: certamente le aziende del settore agroalimentare risultano non solo quelle più numerose e più longeve su tutto il territorio nazionale ma anche quelle che nei decenni hanno saputo affrontare l'usura del tempo e le insidie dei competitor.

Su tutto il territorio nazionale sono 2218 le imprese centenarie - che si sono iscritte al Registro delle imprese storiche (Ris) redatto da Unioncamere in collaborazione con il Centro per la cultura d'impresa. Per iscriversi al registro le imprese possono appartenere a qualsiasi settore economico ma devono dimostrare la continuità commerciale dell'attività per un periodo di almeno cento anni attraverso fotografie d'epoca, fatture commerciali, carta intestata, atti, disegni, manifesti di pubblicità o rappresentazione grafica dei marchi ma anche testimonianze orali. Secondo Antonella Bilotto, direttore del Centro per la Cultura d'impresa "potrebbe essere più massiccia la presenza delle imprese all'interno del Ris" dal momento che oggi queste aziende rappresentano un modello importante e un punto di riferimento solido per il successo dell'imprenditorialità italiana in tutto il mondo.

Fino ad oggi, infatti, sono riuscite a superare le guerre del Novecento, le congiunture economiche sfavorevoli e gli effetti devastanti della crisi grazie soprattutto alla capacità di conciliare tradizione e innovazione: abilità tipica delle aziende a conduzione familiare fondate sulla figura positiva dell'imprenditore cioè colui che non è costretto a dire ai suoi figli di lasciar perdere dal momento che in Italia – e soprattutto al Meridione - non si può più investire perché spesso il sistema non è efficiente oppure è oltremodo vessatorio.
Tramandate di padre in figlio sono quelle imprese che investivano nella pubblicità a favore del cosiddetto brand: capitani d'industria e commercianti che con grande tenacia hanno creduto nel loro prodotto e nel loro marchio e che sono riusciti a consolidare il rapporto con un network di clienti attraverso l'affermazione dei propri valori e la qualità del proprio prodotto.

Al Sud e nelle Isole se ne contano appena 183 di cui 53 si trovano concentrate solo a Napoli mentre al Centro su 388 imprese centenarie è Firenze ad avere una maggiore concentrazione con 102 imprese longeve - molte delle quali risalenti al quindicesimo secolo. Tutto il resto cioè 1.647 imprese con almeno cento anni di attività commerciale alle spalle sono collocate sul territorio del Nord Italia. Da Varese, considerata una culla dell'industrializzazione nostrana, arriva un esempio eloquente di sinergia tra Camera di Commercio varesina e Centro per la cultura d'impresa per realizzare il primo Museoweb italiano.

Il Museo che ruota attorno alla "galleria delle imprese longeve" può essere considerato una leva per la ricostruzione dell'economia territoriale: storie di vite coraggiose in tempi difficili, avvicendamenti generazionali, mutamenti del mercato, cambiamenti di sede e di proprietario, l'apprendistato imprenditoriale attraverso aziende del territorio, il passaggio dal lavoro indipendente a quello autonomo, la sovrapposizione tra luoghi dell'abitazione e luoghi del lavoro, l'ingresso dei figli nell'impresa spesso accanto agli operai durante le vacanze scolastiche o il ruolo delle donne nella conduzione dell'impresa.

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