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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2014 alle ore 13:51.

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Belli e ben fatti, ma anche fortemente evocativi del paese d'origine e del suo stile di vita: è questa la carta di identità dei prodotti al top destinati nei prossimi anni a portare fuori dalla crisi le economie occidentali, e quella italiana in particolare, grazie all'aumento delle importazioni dei paesi emergenti. Parliamo di 212 miliardi di euro di prodotti di qualità che nel 2019 approderanno su questi mercati da tutto il mondo, in crescita di 66 miliardi di euro sul 2013 (+45%). E l'Italia non starà a guardare: nei prossimi sei anni, l'import dal Belpaese potrebbe arrivare a 16,6 miliardi di euro, con una crescita stimata del 40 per cento.

Crescita benestranti fattore trainante
Nel prossimo futuro, oltre un terzo della domanda aggiuntiva verrà da Russia, Emirati e Cina, mentre l'Asia sarà l'area più dinamica in termini percentuali con un +57% in sei anni. A fare il punto sull'export dei prodotti "belli e ben fatti" di cui gli italiani sono maestri, è la quinta edizione della ricerca "Esportare la Dolce Vita" promossa dal Centro studi Confindustria e Prometeia e presentata oggi a Milano presso la sede di Assolombarda. Ad alimentare la richiesta di prodotti BBF, acronimo che identifica i beni di consumo di fascia medio-alta con elevato tasso di design e particolare cura per qualità di materiali e lavorazioni, sarà soprattutto l'allargamento del numero di benestanti, che nel 2019 dovrebbe contare in tutto il mondo di 202 milioni di nuovi ricchi in più sul 2013. La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina, India e Brasile, anche se la classe benestante si sta ampliando in paesi più vicini all'Italia, come la Russia.

Russia terra di export per i prodotti made in Italy
Lo studio sulle potenzialità dei prodotti "belli e ben fatti", realizzato con il contributo di Anfao, Anica, Assocalzaturifici, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e Smi, si concentra sui i settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria, ed evidenzia l'importanza attuale e futura del mercato interno della Russia per gli esportatori italiani. Per molte ragioni, come la vicinanza geografica e culturale e la spiccata sensibilità dei russi per tutto ciò che richiama l'Italia e la sua tradizione culturale e artistica, fattori che fanno della Russia una terra di opportunità per i nostri imprenditori, nonostante alcune difficoltà legate alla congiuntura politica degli ultimi mesi.

L'indice di accessibilità "premia" il mercato degli Emirati
Lo studio CsC-Prometeia analizza anche il grado di accessibilità al mercato per i prodotti BBF di trenta paesi emergenti, elaborando un indice specifico che premia in particolare gli Emirati Arabi, che risultano essere, in tutti i settori, il paese più facilmente accessibile, seguito spesso dalla Malesia e dai mercati europei. Russia e Cina non si collocano mai tra i primi dieci paesi per accessibilità e Brasile, Argentina, Vietnam e Indonesia spesso occupano la parte bassa della classifica.

Abbigliamento settore guida, segue l'arredo
Riguardo ai settori focus della ricerca, dei 16,6 mld di export italiano di beni BBF l'alimentare toccherà 2,6 mld, con la Russia che assorbirà un import pari a quello di tutta l'area asiatica; l'arredo salirà a 3,8 mld di euro e l'abbigliamento a 4,7 mld, con il 38% della domanda incrementale proveniente dalla Russia; le calzature arriveranno a 2,1 mld; l'occhialeria aumenterà a 800 milioni di euro, in questo caso sarà l'America Latina a richiederne la parte più elevata; oreficeria-gioielleria salirà fino a 3 mld di euro, con una quota rilevante in più verso gli Emirati.

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