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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2014 alle ore 09:34.

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Appena il 16 aprile scorso per lo stabilimento Ideal Standard di Orcenico di Zoppola, in provincia di Pordenone, sembrava scongiurato il rischio licenziamento per i 450 dipendenti.

La notizia della manifestazione di interesse giunta a Unindustria Pordenone da parte della BPI Italia, società rappresentativa di due grosse cooperative, che aveva come obiettivo la valutazione della fattibilità della costituzione di una coop, aveva allontanato lo spettro della mobilità collettiva e aveva fatto sì che si potesse chiedere la proroga della cassa integrazione in deroga, in scadenza il 30 aprile. Lo stesso ministero dello Sviluppo economico aveva garantito questo iter con l'inserimento della Ideal Standard di Orcenico in una "short list" di una decina di aziende all'attenzione del ministero. Invece, allo scadere della data fatidica del 30 aprile, ecco la doccia fredda: la proprietà della Ideal Standard, il fondo Bain Capital, annuncia con una lettera di aver avviato le procedure di mobilità per 399 dei 450 dipendenti, profilando di fatto la chiusura dello stabilimento. Il piano prevede che le attività di Orcenico siano trasferite a Trichiana (Belluno) e assorbite dal suo attuale organico.

Sconcerto da parte dei sindacati e dei lavoratori, che ieri mattina hanno organizzato presidi ai cancelli della fabbrica, un'assemblea permanente e un blocco temporaneo e intermittente sulla strada statale 13 Pontebbana, e che hanno annunciato altre azioni di lotta per i prossimi giorni, compreso il blocco delle merci in entrata e in uscita. Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil chiedono la continuità della produzione e dell'ammortizzatore sociale, nonché il ritiro della procedura di mobilità. E un incontro urgente con azienda e governo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, già fissato per il prossimo 13 maggio.
Disapprovazione da parte di Unindustria Pordenone, che attraverso una nota fa sapere che considera la decisione di Ideal Standard "inopportuna e pericolosa", una scelta sbagliata "alla luce delle ampie disponibilità dimostrate dalle istituzioni, dai lavoratori dello stabilimento Ideal Standard di Orcenico e dalle organizzazioni sindacali". Durissima la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: "La proprietà non ha rispetto né per i lavoratori né per le istituzioni". D'altronde, in Regione segnalano che "era stato ottenuto, dallo sforzo congiunto di istituzioni e rappresentanze dei lavoratori, il difficile risultato di inserire l'Ideal Standard tra la decina di aziende per le quali sarebbe stata erogata la cassa integrazione in deroga". La Regione, tuttavia, "non cesserà di esercitare il suo ruolo e di portare il suo contributo".

L'azienda, dal canto suo, sostiene che continuerà a impegnarsi attivamente nella ricerca di ogni possibile alternativa in grado di salvaguardare l'occupazione ad Orcenico. In una nota fa sapere che "questo annuncio giunge dopo mesi di negoziazioni, seguite alla presentazione del piano industriale 2014-2016, avvenuta lo scorso 17 luglio e che prende in esame sei diversi scenari: il trasferimento di volumi di produzione negli stabilimenti italiani da alcune fabbriche estere, il ridimensionamento delle tre unità produttive in Italia, l'uso di ammortizzatori sociali, il lavoro part time per tutti i dipendenti di Ideal Standard Industriale, la riduzione della sovraccapacità produttiva attraverso la chiusura di uno stabilimento e infine la cessione di uno stabilimento a un imprenditore in grado di fornire tutte le necessarie rassicurazioni relative alla salvaguardia del sito produttivo di Orcenico". "Nessuno dei primi quattro scenari, anche combinati, si sono dimostrati - precisa l'azienda - in grado di assicurare un equilibrio tra i volumi in calo e i costi di produzione, determinando quindi perdite economiche di lungo periodo e rendendo di fatto l'attuale presenza in Italia non sostenibile".

"Dopo incontri con imprenditori durate molti mesi - ricorda Ideal Standard Industriale - l'ultima delle quali conclusasi senza un risultato positivo, l'azienda è stata informata nelle scorse settimane di un nuovo soggetto interessato all'acquisizione dello stabilimento di Orcenico". "Le condizioni del mercato, in forte contrazione da 6 anni, permangono critiche e non permettono all'azienda di posporre ulteriormente l'apertura della procedura di mobilità per i dipendenti dello stabilimento di Orcenico; questa è l'unica decisione in grado di consentire il riallineamento della domanda con i decrescenti volumi produttivi di ceramica sanitaria e allo stesso tempo di mantenere in Italia tutti i volumi produttivi di Ideal Standard Industriale attualmente realizzati in Italia. Non vi sarà quindi alcuna delocalizzazione produttiva".

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