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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2014 alle ore 12:44.

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Avrebbe dovuto tenersi oggi l'incontro tra Soprintendenza speciale di Pompei e sindacati sulla convenzione per l'assunzione di 30 addetti a tempo determinato attraverso Ales, società in house del ministero dei Beni culturali. Ma prima è cambiato l'ordine del giorno, quindi all'ultima ora è stato tutto rinviato al prossimo 12 maggio.

Motivo: la convenzione annunciata dal ministro Dario Franceschini a marzo, sull'onda emotiva di crolli e furti di affreschi, quel documento che secondo accordi doveva essere trasmesso alle parti sociali con almeno una settimana d'anticipo rispetto alla data della sua discussione a quanto pare non è ancora pronto. Solite lungaggini burocratiche da corridoi ministeriali? Più o meno: l'inghippo, a quanto risulta al Sole 24 Ore, starebbe nella compatibilità del testo con la Legge 135/2012 («Riduzione di spese delle pubbliche amministrazioni»).

In attesa di una versione del testo che ottemperi a tutte le prescrizioni previste dal legislatore, nel sito archeologico meglio conosciuto e peggio conservato del mondo dei 30 nuovi dipendenti ancora non c'è traccia. E tenere aperte le domus di Trittolemo, Romolo e Remo e Marco Lucrezio Frontone, dopo la celebratissima inaugurazione pasquale, resta per ora una scommessa. Che il soprintendente Massimo Osanna intende comunque vincere con i mezzi che ha. Da qui l'idea, in queste ore allo studio negli uffici della soprintendenza vesuviana, di continuare a utilizzare attraverso uno specifico progetto la formula che finora ha consentito la fruibilità al pubblico delle tre domus da Pasqua all'1 maggio: il «mancante riposo» dei custodi che su base volontaria, in cambio di incentivo, rinunciano a giorni di ferie per prestare servizio nelle case riaperte.

Intanto da lunedì scorso è entrato formalmente in servizio lo staff del generale Giovanni Nistri, direttore generale del Grande progetto Pompei. Ventisei perone (inizialmente 27, ma una ha rinunciato) tutte già dipendenti della pubblica amministrazione: otto architetti, cinque carabinieri, uno storico dell'arte, un esperto di tecnologie e undici funzionari semplici. Quanto alla provenienza, in cinque arrivano dal comando generale dell'Arma, due dalla presidenza del Consiglio, due dal ministero dei Trasporti e il resto da altre soprintendenze e enti locali.

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