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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2014 alle ore 17:54.

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Se il matrimonio si farà, darà vita ad una associazione confindustriale di oltre 1.600 aziende (circa 560 nel Rodigino e il resto nel Veneziano) per un totale di 67.500 dipendenti, con una estensione del perimetro della nuova rappresentanza territoriale che andrebbe dalla Lombardia al Friuli, confinando con tre regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) di primaria importanza per la loro dimensione e per la concentrazione industriale. È ancora presto per parlare di fusione o aggregazione tra Confindustria Venezia e Unindustria Rovigo, ma un primo passo nel processo di avvicinamento e di sinergia tra le due realtà associative è stato compiuto, con la firma della delibera da parte dei due Consigli direttivi e delle due Giunte.

"La convinzione diffusa e consolidata che la competitività dei territori incida in maniera sempre maggiore su quella delle singole imprese insediate, impone ad amministratori locali e ai rappresentanti delle categorie economiche, la necessità di condividere un nuovo modello di sviluppo locale - spiega una nota -. Oggi è necessario rivedere e superare il fattore dimensionale delle articolazioni di Confindustria, mantenendo ferma la stretta vicinanza all'associato e al suo contesto territoriale, per riuscire ad accompagnare le imprese nella sfida competitiva delle aree vaste e dei nuovi mercati". I riferimenti sono non solo ai comparti manifatturieri, ma anche al turismo o alla logistica. "È, dunque, indispensabile – continua la nota congiunta - andare oltre i confini amministrativi e considerare un nuovo concetto di territorio dove gli elementi aggreganti siano le dinamiche, le opportunità, la tensione al cambiamento e la progettualità verso lo sviluppo futuro".

Le due associazioni confindustriali hanno attivato la creazione di un gruppo di lavoro che, partendo da una due diligence organizzativa ed economica, individuerà i passi necessari per compiere il percorso comune. Ogni ipotesi di nuova governance dovrà considerare le risultanze della riforma Pesenti e i relativi strumenti attuativi, riforma che verrà considerata con attenzione proprio nella logica del percorso comune. Si partirà comunque con una fase transitoria, che prevede una condivisione degli organi di governance associativa. In pratica, alle giunte e ai direttivi delle rispettive associazioni sono invitati come "ospiti" permanenti alcuni rappresentanti dell'altra organizzazione. A Venezia saranno ospitati rappresentanti di Rovigo e viceversa. Questi rappresentanti sono quelli che andranno a formare il gruppo di lavoro che studierà il progetto di aggregazione vero e proprio.

"Occorre acquisire massa critica di rappresentanza – prosegue la nota comune - per elevare il grado dei servizi e sviluppare sinergie e collegamenti più forti tra le politiche di concorrenza, energia, ambiente, education, fiscalità e infrastrutture, inquadrandole nella prospettiva della competitività industriale", spiegano.

In quest'ottica, sfuma il "fidanzamento" che Rovigo aveva improntato con l'associazione di Padova. Un percorso di aggregazione cominciato circa un paio d'anni fa e che sembrava essere arrivato alla conclusione l'estate scorsa. Invece, poche settimane fa già si subodorava uno scollamento tra le intenzioni delle due associazioni, fino alla decisione di Rovigo di cominciare un percorso con Venezia. Decisione definitiva, visto che sarà sottoposta al voto durante l'assemblea dei soci il prossimo 22 giugno.

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