Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2014 alle ore 12:33.

My24
Giuliano Poletti (LaPresse)Giuliano Poletti (LaPresse)

«A giudicare dall'interesse mostrato da giovani e imprese, devo pensare che i fondi stanziati per Garanzia Giovani non ci basteranno», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo a Napoli al convegno sul tema promosso dall'Unione industriali partenopea. Poco dopo aver partecipato nella stessa città a un seminario sul lavoro sommerso organizzato dal ministero.

«Una grande opportunità per l'Italia», come altre volte aveva definito il progetto europeo per l'occupabilità che porta una dote di 1,5 miliardi. «Una opportunità – ha detto il ministro del Lavoro – che vogliamo cogliere appieno poiché centra esattamente un obiettivo prioritario del governo: contrastare la disoccupazione giovanile». «Una piaga ancora più dolorosa al Sud», come ha sottolineato il presidente degli industriali, Paolo Graziano.

Su tutto questo il governo sta lavorando intensamente, per il ministro, con il decreto lavoro e con la legge delega, dandosi tempi molto stretti (prima della sosta di agosto l'ok del Senato, e l'approvazione definitiva per fine anno). «Stiamo costruendo una infrastruttura – ha aggiunto – una sorta di acquedotto in cui tanti soggetti potranno immettere acqua, risorse, come la Ue, il governo, le regioni. Ma prima c'è bisogno della infrastruttura. E il programma Garanzia Giovani fa parte di questa».
Un progetto che punta sopratutto a far sì che il giovane, sopratutto quello che non studia e non lavora, si attivi. Dapprima semplicemente registrandosi sul portale creato ad hoc, poi per formarsi, fare stage e creare con i soggetti che si prendono cura di lui un rapporto fiduciario.

Ma serve sopratutto un cambio di mentalità. Il Paese – per il ministro Poletti – deve abbandonare un atteggiamento di difesa delle piccole rendite e «rischiare per creare opportunità». Lo ribadisce più volte il ministro del Lavoro: «Abbiamo scelto di prenderci le nostre responsabilità - dice – preferiamo essere criticati per i nostri errori piuttosto che essere giudicati per non aver deciso».
Poi elenca: «Abbiamo bisogno di semplificazione. Avere tante norme non va bene né all'impresa né ai lavoratori. Le regole non producono posti di lavoro ma quelle cattive distruggono i posti di lavoro». Inoltre, per Giuliano Poletti, il mondo della scuola e quello del lavoro non devono essere più separati, anzi si vuole che «i ragazzi del quarto e quinto anno delle superiori facciano esperienza nelle imprese».

Si sofferma poi anche su temi molto caldi: articolo 18 e contratti a tempo indeterminato. Sul primo dice che non c'è bisogno di una guerra tra fazioni, ma di creare i presupposti per attuare una maggiore flessibilità che non nuocia a nessuno. Sul secondo, per il rappresentante del governo Renzi, in merito alle modifiche chieste da Confindustria tra le proposte avanzate per il Jobs Act, ha aggiunto: «Bisogna rendere competitive le varie tipologie contrattuali: per promuovere il contratto a tempo indeterminato bisogna farlo costare di meno».
Infine, sul sommerso, il ministro ha invitato a «non abbassare la guardia, ma pretendere il rispetto delle regole e della legalità».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi