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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2014 alle ore 14:51.

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Riqualificazione architettonica ed energetica, rilancio dell'edilizia privata, prevenzione del rischio idrogeologico e edilizia scolastica. Sono queste le direttrici su cui vuole puntare l'Ance di Vicenza per rilanciare il comparto delle costruzioni. Dopo anni di crisi, in cui si sono persi migliaia di posti di lavoro e centinaia di imprese (erano 187 quelle associate nel 2010 per un totale di 3.700 addetti, sono diventate nel giugno 2014 135 per 2.410 addetti), e in un clima di sconforto e di scoramento per le vicende giudiziarie che stanno sconvolgendo in questi giorni l'intero Veneto - ma in particolare la provincia di Vicenza, da cui provengono la Maltauro e la Palladio Finanziaria - il settore ripensa se stesso e cerca strategie ed opportunità per la crescita. Lo fa con una assemblea generale dal titolo emblematico: Creare lavoro. Una assemblea che, svoltasi ieri, ha guardato al futuro con una punta di ottimismo, dettata in particolare dai dati sulla ripresa dei mutui casa alle famiglie (piu' 20% secondo l'Abi) e dai dati positivi sulle ristrutturazioni.

Oggi il mercato delle costruzioni è il mercato della riqualificazione. Lo dicono i numeri: nell'anno 2013 gli interventi in Italia di manutenzione e recupero nell'edilizia residenziale e non, pubblica e privata, valgono 115 miliardi di euro, oltre il 66% dell'intero mercato delle costruzioni.

Se a questo si aggiunge che, secondo le stime del CRESME, il 63,8% degli edifici esistenti (7,2 milioni di edifici) è stato costruito prima del 1971 e che 2,6 milioni di edifici (pari al 20% del totale) sono considerati in stato mediocre o pessimo di conservazione, si comprende perché la riqualificazione è il presente e il futuro del settore delle costruzioni.

Con questo obiettivo e nella logica di aprire strade nuove, l'Ance di Vicenza ha lavorato ad un progetto pilota chiamato "Meno consumi più lavoro", che ha per oggetto la riqualificazione energetica e architettonica di un complesso condominiale del centro di Vicenza. Si tratta di una diagnosi energetica approfondita, che fotografa i consumi attuali e mette a confronto costi, benefici fiscali e tempi di rientro di un investimento che porti gli edifici dalla classe F e G alla classe C, con una riduzione dei costi in bolletta del 36% e un investimento per unità immobiliare che, al netto delle detrazioni fiscali, ammonta a 11.500 euro circa.

La seconda direttrice riguarda l'edilizia privata. La "casa" deve ritornare ad essere il motore dell'economia, e' stato detto. Le proposte normative che l'ANCE sta portando avanti in questa direzione sono molte. "Stabiliamo che chi compra una casa e la affitta possa dedurne una parte importante dal reddito - spiega il presidente uscente degli edili vicentini Gaetano Marangoni - come si fa in Francia con la "legge Scellier". In Francia hanno previsto una deducibilità pari al 25% del prezzo d'acquisto, in Italia si può e si deve fare di più, con un'aliquota del 35/40%, da ripartire in 10 anni. Rimuoviamo gli ostacoli fiscali all'utilizzo delle nuove forme di contratti misti di locazione e vendita "rent to buy", in cui il canone di locazione viene scomputato dal prezzo d'acquisto. Favoriamo la "rottamazione" dei vecchi fabbricati: stabiliamo che, chi compra la casa nuova con elevati standard energetici, possa trasferire al costruttore la casa usata, pagando imposte ridotte; l'acquirente ha una casa nuova, il costruttore porta nel patrimonio aziendale la casa "vecchia", la ristruttura e la rimette sul mercato. In questo modo il tessuto urbano si trasforma e si rigenera".

In Veneto i Piani casa 1, 2 e 3 hanno trovato il plauso di enti e associazioni, ora, chiede l'Ance, si puo' ipotizzare di andare oltre il Piano casa 3 e studiare un piano più ampio di riqualificazione del tessuto urbano, un "piano citta'" o un "piano condomini", che stabilisca un quadro di regole e di incentivi per sostituire, senza consumo di suolo, edifici vecchi con edifici nuovi, energeticamente avanzati e realizzati nel rispetto delle norme antisismiche.

La terza direttrice riguarda la mitigazione del rischio idrogeologico e di manutenzione del patrimonio scolastico. Vuol dire mettere in cantiere un programma regionale di piccole e medie opere e infrastrutture. Le somme in gioco sono 1,5 miliardi per il dissesto idrogeologico e 2 miliardi per l'edilizia scolastica (a livello nazionale). Per il dissesto idrogeologico, le risorse sono disponibili da più di 4 anni, si tratta di 1.100 cantieri che devono ancora essere avviati. Mentre sulle scuole da sistemare hanno risposto al l'appello di Renzi, che lo ha posto come punto qualificante della sua agenda, 4.400 sindaci.
Restano aperte, per il comparto delle costruzioni, numerose problematiche: dai ritardi dei pagamenti della Pa (i ritardi di pagamento nel Veneto sono mediamente di 4 mesi, con punte di 9 mesi), al credito erogato con difficoltà dalle banche a famiglie e imprese; dalla sottodimensionalita' e sottopatrimonializzazione delle aziende vicentine, alla poca flessibilità nel fare rete.

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