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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 12:34.

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Quattro milioni di investimenti nello stabilimento di Belforte del Chienti, tra l'Adriatico e l'Appennino maceratese; l'avvio del primo stabilimento in Far East per servire direttamente un mercato che già oggi vale oltre un terzo del business; la prospettiva di una crescita a due cifre anche quest'anno, dopo il +15,8% dell'ultimo consuntivo.

È un tris vincente quello che ha in mano la Nuova Simonelli, che con le sue macchine professionali per caffè espresso ha già conquistato il 10% del mercato mondiale (quota che sale al 24% negli Stati Uniti, dove la società maceratese controlla direttamente la Nuova Distribution Usa) e con cui si prepara a bissare la crescita vertiginosa, che l'ha vista raddoppiare il fatturato nel giro di quattro anni: 37,6 milioni nel 2013 (17,7 nel 2009), ben oltre il budget, con Ebitda e utili schizzati in su del 30% negli ultimi 12 mesi. Tanto da finire nella lista delle "company to wath" di Databank.

«Non è un mistero che a trainarci sia stato l'export, che è arrivato a pesare il 90% dei nostri ricavi. Anche nei primi quattro mesi dell'anno – spiega il presidente di Nuova Simonelli, Nando Ottavi, da due anni alla guida anche degli industriali marchigiani - ci sono Russia, Cina, Medio Oriente dietro al +14% di incremento delle vendite. Per questo riteniamo siano maturi i tempi per aprire a breve una sede in Estremo Oriente, stiamo valutando se a Singapore o a Hong Kong, per fornire assistenza diretta ai clienti ma anche per portare in loco le fasi finali dell'assemblaggio».

Un piano di internazionalizzazione che va di pari passo con la ripresa degli investimenti in Italia. "Dopo aver congelato il progetto per alcuni anni a causa della crisi – precisa Ottavi – a giorni partirà finalmente il cantiere per un nuovo centro direzionale-operativo vicino al nostro quartier generale". Circa 4 milioni di investimenti per una struttura di 3mila mq, che ospiterà un museo aziendale, sale espositive e aree servizi.

Non c'è traccia di crisi, insomma, in questa Pmi familiare di nicchia, hi-tech e globalizzata che ogni quattro minuti sforna una macchina professionale da bar per il caffè espresso, con i marchi Nuova Simonelli e Victoria Arduino. E la risposta può essere nel coraggio di assumere (+30% gli organici dal 2009 al 2013) e di mantenere una quota del 10% del fatturato per investimenti in tecnologia, design e servizi anche negli anni peggiori della recessione.

Dinamiche che si riflettono nella débâcle di una provincia che dal 2009 a oggi ha perso un migliaio di imprese (su un totale di 35.866 registrate oggi nel Maceratese) e non riesce ad arginare l'emorragia, tanto che il tasso di disoccupazione ha superato oggi la soglia del 13% e le domande di ammortizzatori sociali sono cresciute del 33% anche nei primi tre mesi di quest'anno.

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